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Il torrone, storia e origini

Antonio Tarallo Pixabay
Pubblicato il 23-12-2022

Ma quando e dove è nato il torrone?

Sono innumerevoli le sue versioni, e tutte dolci, ovviamente; è una delle tradizionali leccornie natalizie che non può mancare sulle tavole imbandite per la sera della Vigilia o per il pranzo con parenti e amici il giorno di Natale : è il torrone. Quante volte lo abbiamo degustato, o quante volte lo abbiamo mangiato assieme a una bella fetta di panettone, con - magari - vicino un bel calice di buon spumante.

Ma quando e dove è nato il torrone? La sua origine è avvolta un po’ nel mistero. Nel cercare però le sue origini, un fatto ci sorprende, e non poco: nel corso della ricerca, avvolta di mistero, ci imbattiamo addirittura nella lontana Cina perché proprio da questa terra provengono storicamente le mandorle, ingrediente indispensabile per questo dolce natalizio. Le origini della leccornia, però, risalgono, molto probabilmente, alle terre d’Arabia: furono, infatti, gli arabi a portarlo nel bacino del Mediterraneo, in Sicilia, in Spagna, e a Cremona.

Gli arabi? Ebbene sì, perché il torrone sarebbe una possibile variante della famosa “cubbaita” o “giuggiolena”, un dolce arabo fatto di miele e sesamo. Il termine torrone deriverebbe però da “Turròn”, parola spagnola; e, proprio secondo gli studiosi iberici, ci sarebbe la conferma della provenienza araba del famoso dolce natalizio. A suffragio di tale ipotesi, vi è un libro edito in Italia tra il 1100 e il 1150: è il “De medicinis et cibis semplicibus”, traduzione di Gherardo Cremonese di un testo scritto dal medico di Cordova Abdul Mutarrif. In queste pagine si fa riferimento a un dolce arabo, fatto di miele, denominato “turun”.

Altra famosa leggenda riguardo le origini del torrone sarebbe, invece, da trovarsi in Italia. Ci troviamo a Cremona; qui, nel 1441, durante il banchetto nuziale di Bianca Maria Visconti e di Francesco Sforza, venne confezionato, in forma di Torrazzo (l’alta torre campanaria del duomo della città), un dolce “nuovo”: il Torrazzo, appunto, da cui - poi - avrebbe preso il nome di “torrine”. Secondo un’altra tradizione infine, furono gli antichi Romani a tramandare la ricetta di questa ghiottoneria. Nel 116 circa a.C., Marco Terenzio Marrone il Reatino citava un dolce assai gustoso, il “Cuppedo”: “Cupeto” è ancora oggi il nome del torrone in molte zone dell’Italia Meridionale.

Come abbiamo compreso, sono tante e diverse le leggende riguardo questo dolce così famoso in tutto il mondo; in Italia, tra l’altro, ormai sono diffuse diverse varianti: abbiamo il torrone di Cremona, bianco, di pasta dura, a base soprattutto di mandorle; e poi, il torrone di Benevento, a pasta dura o morbida, con mandorle o nocciole, una vera ghiottoneria; e, poi, vi è il croccantino di San Marco dei Cavoti, croccantissimo e ricoperto di cioccolato fondente; anche la Sardegna non è da meno con il suo torrone, morbido e dal colore avorio, dovuto all’assenza di zucchero; la terra siciliana, famosa per i suoi pistacchi, non poteva mancare con il suo torrone croccante, ricco di mandorle e pistacchi, al profumo d’agrumi.

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