La pandemia e la confusione
Oltre alla scienza serve la fiducia
L'avvio della crisi pandemica aveva rivelato, in Italia come in altri Paesi, la fragilità di luoghi comuni che vedono il grande pubblico facilmente preda di fonti informative poco affidabili e informazioni fasulle. Secondo i dati dell'Osservatorio Scienza Tecnologia e Società, infatti, i cittadini avevano fatto ricorso (e attribuito valore) perlopiù a fonti istituzionali. Anche i giudizi sull'operato delle istituzioni locali e nazionali nella prima fase della pandemia erano largamente positivi, con punte di apprezzamento che superavano l'85% per la Protezione Civile e il 65% per il Governo (dati analoghi si registravano a livello internazionale).
A distanza di oltre sei mesi, nel pieno della cosiddetta «seconda ondata», il quadro è profondamente cambiato. Il giudizio dei cittadini è diventato più negativo su quasi tutti i soggetti coinvolti. La valutazione positiva della Protezione Civile, ad esempio, è diminuita di 18 punti percentuali rispetto ad aprile; quella sul governo di 16 punti; quella sulle regioni di 21 punti. Quasi il 30% giudica oggi negativamente le decisioni e le misure messe in campo dalla propria regione. Perde significativamente consensi anche l'operato dell'Oms, ed è più negativo anche il giudizio sui mezzi di informazione. Il dato più sfavorevole riguarda il giudizio sul ruolo degli esperti scientifici, crollato di 23 punti percentuali e oggi negativo per un italiano su quattro. Sempre più diffusa la percezione, già emersa ad aprile, che i numerosi interventi degli esperti abbiano creato confusione (62%).
Il dato forse più sorprendente, ma non inspiegabile in questo quadro, riguarda però l'atteggiamento verso i tanto attesi vaccini. Solo il 36% degli italiani dichiara che si farà vaccinare appena possibile. Una quota quasi identica (38%) dichiara di volersi vaccinare, ma non subito. Oltre uno su cinque non è intenzionato a farsi vaccinare. Questi atteggiamenti non sono espressione di un generico scetticismo nei confronti della scienza, né dei vaccini in genere (in Italia li rifiuta solo il 4%) e neppure di un orientamento "negazionista" nei confronti della gravità della minaccia pandemica (che caratterizza il 6,5% dell'opinione pubblica). Il tema centrale è, appunto, quello della fiducia nelle istituzioni e nella capacità operativa dei soggetti chiave.
Lo si è visto anche nelle difficoltà legate all'adozione dell'App "Immuni": non si può trattare il giorno prima il cittadino da delinquente irresponsabile e il giorno dopo pretendere fiduciosa collaborazione in un contesto in cui magari poi si devono attendere giorni per un tampone. Istituzioni ed esperti scientifici avevano accumulato, tra marzo e aprile, un consistente capitale di fiducia. Purtroppo in questi mesi questo capitale è stato in parte dilapidato, in parte travolto dalla forza della seconda ondata. Occorre al più presto ricostruire un rapporto di fiducia tra istituzioni, esperti e cittadini. Altrimenti non basterà il vaccino, quando arriverà, a portarci fuori da questa crisi. (Corriere della Sera)
Cari amici la rivista San Francesco e il sito sanfrancesco.org sono da sempre il megafono dei messaggi di Francesco, la voce della grande famiglia francescana di cui fate parte.
Solo grazie al vostro sostegno e alla vostra vicinanza riusciremo ad essere il vostro punto di riferimento. Un piccolo gesto che per noi vale tanto, basta anche 1 solo euro. DONA