fede

La missione di San Giovanni de Matha

Antonio Tarallo Wikipedia
Pubblicato il 16-12-2022

Fondatore dell’Ordine della Santissima Trinità

È il 351° giorno del calendario gregoriano, e mancano soli quattordici giorni alla fine dell’anno: è un giorno importante quello del 17 dicembre, ricorrenza della nascita al cielo di San Giovanni de Matha; una data che viene ricordata non solo dall’Ordine dei Trinitari (del quale De Matha è fondatore), ma da tutta la Chiesa. Quando si parla di questo santo, teologo e fondatore dell’Ordine della Santissima Trinità, non si può non pensare alla sua missione; al grido del motto “Gloria Tibi Trinitas et captivis libertas!”, “Gloria alla Trinità e libertà agli schiavi”.

Ancora oggi, purtroppo, sono tante le schiavitù nel mondo; e tanta la sofferenza di molti cristiani. Come ai tempi di Giovanni de Matha, molte, sono le catene della schiavitù che ancora devono essere spezzate. Tutta la sua missione è partita da una visione avuta durante la sua prima messa: secondo le fonti narrative del XIII secolo, al momento dell’elevazione dell’Ostia consacrata, apparve un angelo a fianco di Gesù Cristo; l’angelo indossava una veste luminosa con una croce di colore rosso-azzurro/blu, divenuta “Signum Trinitatis” e veste dell’Ordine; teneva per le braccia due schiavi: uno moro, l’altro cristiano, che furono subito liberati.

In questa visione, De Matha, comprese bene che si trattava di “ispirazione divina”: un messaggio che gli indicava di dedicarsi alla redenzione degli schiavi, fondando un Ordine destinato al riscatto dei prigionieri cristiani in mano ai musulmani. L’evento fu poi fissato intorno all’anno 1210 nel mosaico - a opera di Giacomo Cosmato e di suo figlio Cosma, marmorari romani - che è tuttora visibile sulla porta della chiesa di San Tommaso in Formis a Roma.

Da questa visione così lontana nel tempo, si può cogliere però un’amara riflessione sul nostro oggi. Chi sono gli schiavi del nostro tempo? La schiavitù esiste ancora per almeno 40 milioni di uomini, donne, bambini: schiavi e schiave. Sono le persone che producono i nostri abiti, che raccolgono cotone, minerali preziosi, frutta, verdura in tutto il mondo, Italia compresa. Sono schiavi che subiscono violenza, controllo, minacce. Il fenomeno viene denominato schiavitù moderna, e riguarda - secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL); i dati sono del 2020 - circa 40 milioni di persone, appunto. Molte volte sono tragiche scene che, molto spesso, non sono sotto i riflettori dei media. E poi, esiste ancora oggi, il traffico di esseri umani che colpisce le persone più indifese, povere ed emarginate in tutto il mondo. Le tematiche sono tante come: prostituzione, criminalità, matrimoni forzati, traffico di organi. Infine, non meno gravoso purtroppo, lo sfruttamento minorile.

Un vasto panorama, dunque, che ancora oggi, alle soglie del 2023, grida quel motto identificativo di Giovanni de Matha, della sua missione e di quella dei Padri Trinitari nel mondo: “Gloria Tibi Trinitas et captivis libertas!”, “Gloria alla Trinità e libertà agli schiavi!”.

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