fede

La spiritualità di Sant’Angela da Foligno

Antonio Tarallo assisiofm
Pubblicato il 04-01-2022

Le parole della santa francescana

“Questo è il segno del vero amore: che chi ama non trasforma parte di sè, ma tutto sé nell' amato”. Sposa, madre e terziaria francescana era tutto questo Angela da Foligno. Una conversione fuori dal normale la sua. Tutto ha inizio da un sogno. Era l'anno 1285: san Francesco le appare e la esorta a percorrere con coraggio la via della perfezione.

Angela fu forse la prima mistica a creare “un cenacolo di preghiera” con i suoi compagni di viaggio. Ma chi era veramente Angela da Foligno? Bella, intelligente e passionale, rimasta orfana troppo presto, ebbe un’ educazione superficiale che la portò ad affrontare la vita cadendo nelle tentazioni del mondo. Ma Angela non era fatta per il mondo, aveva il fuoco di Dio dentro. Un vero uragano. Il suo amore per Cristo la porta a non avere più paura del mondo e a esternare tutto il suo amore per gli ultimi, gli emarginati e persino i lebbrosi. Il suo confessore, nonché direttore spirituale frate Arnaldo, concittadino e consanguineo, che divenne poi suo biografo, raccoglie ogni sua parola, ogni suo grido.

1291, sono passati sei anni dalla sua conversione. il 1291 rimane per Angela l’anno centrale e decisivo per il suo cammino spirituale. È l’avvenimento dell’esperienza mistica di Assisi che la segnerà per sempre. Cosa successe? Come lei stessa narrò a frate Arnaldo, suo confessore lungo il cammino verso Assisi Angela ebbe un lungo dialogo con lo Spirito Santo, e poi con il Cristo. Al pomeriggio tornò nella chiesa di San Francesco e qui ebbe una travolgente esperienza mistica di Dio Trinità, della sua immensità e del suo Amore.

“Ho visto una cosa piena, una maestà immensa, che non so dire, ma mi sembrava che era ogni bene. E mi disse molte parole di dolcezza quando partì e con immensa soavità e partì piano, con lentezza. E allora, dopo la sua partenza, cominciai a strillare ad alta voce – o urlare – e senza alcuna vergogna strillavo e urlavo, dicendo questa parola, cioè: “Amore non conosciuto perché? Cioè, perché mi lasci? Ma non potevo dire – o non dicevo – di più; gridavo solo senza vergogna la predetta parola, cioè: “Amore non conosciuto, e perché e perché e perché”. Queste, le parole del suo racconto.

i tratti della sua spiritualità sono molteplici. Ma uno, in particolare, è importante ricordare: Angela ha mostrato di aver chiaramente compreso che la profonda comunione con Dio non è un’utopia, ma una possibilità offerta che viene impedita solo dal peccato. Da questa idea, nasce in Angela la costante e severa necessità - così si potrebbe definire - di mortificazione per aderire all’amore di completamente, senza riserve. Amore per l’Eucarestia, senza dubbio. Altro importante tema all’interno della sua spiritualità.

Il 9 ottobre 2013 Papa Francesco ha portato a compimento quanto già avviato dai suoi predecessori canonizzando Angela da Foligno.

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