fede

Le reliquie della Santa Croce

Antonio Tarallo
Pubblicato il 06-04-2023

Il ruolo centrale di sant'Elena 

Due assi di legno, un martello e dei chiodi: questi gli strumenti di morte della Crocifissione di Cristo. E le reliquie della Croce sono sicuramente una delle testimonianze di quel momento più importanti al mondo. La storia del loro ritrovamento in tanti frammenti ci riporta indietro nel tempo; a tanti secoli fa, e precisamente all’anno 327-328 d.c. Ma qual è la storia del ritrovamento della Croce? Quanti frammenti o pezzi esistono e furono ritrovati nel corso degli anni? Tutto ebbe inizio quando la reliquia del sacro legno, venne ritrovata a Gerusalemme nell'anno 327-328 dalla madre dell'imperatore romano Costantino I, Flavia Giulia Elena, sant’Elena. Secondo la tradizione cristiana, la Croce sarebbe stata in parte conservata a Gerusalemme, in parte a Costantinopoli e in parte a Roma. Dobbiamo proprio alla madre dell’imperatore Costantino, a sant’Elena, buona parte delle reliquie – ancora oggi conservate tra la Terra Santa e Roma – che parlano degli ultimi attimi di vita terrena di Gesù.

Terra Santa: la donna vuole ritrovare il sacro legno e così arrivando in quel luogo, comincia a pregare e a supplicare Dio di esaudire i suoi voti. La ricerca comincia e continua per diversi giorni, ma invano; fino a quando, un giorno, individua il punto esatto dove la Santa Croce è sepolta. Cominciano gli scavi ed ecco che emerge una tavola: è l’“elogium” scritto da Pilato, la tavola appesa alla croce che indicava il motivo della condanna a morte del Nazareno. E mentre la donna bacia, piangendo, il “titolum”, i muratori riescono a estrarre dalla terra anche tre croci, e gli elogi dei due ladroni. Ma sorge subito un problema: quale delle tre croci è quella del Figlio di Dio? E’ lo storico Rufino nella sua monumentale “Historia Ecclesiastica” a raccontarci come avvenne il tutto: il Vescovo di Gerusalemme, Macario, ebbe un’intuizione per sciogliere l’enigma. Fece portare le tre croci a casa di una donna malata da tempo, e pronunciò questa preghiera: “Signore, tu che hai concesso la salute al genere umano, per la morte di croce del Figlio Tuo Unigenito, e che hai ispirato alla tua serva Elena di cercare il legno beato dove fu sospesa la nostra salvezza, indicaci con evidenza quale delle tre croci che sono qui, servì per la gloria divina, e quali furono supplizio dei malfattori. Fa che questa donna, che giace sul letto malata, al tocco del legno santo, sorga subito dalla morte imminente, alla vita”. Dopo aver toccato la donna con la prima e la seconda croce senza nessun risultato, al tocco della terza croce, la donna guarì subito, alzandosi dal letto e glorificando il Signore.

Facciamo un salto nel tempo. Arriviamo così al XIX secolo: un architetto francese, tale Charles Rohault de Fleury, dedicò gli ultimi anni della sua vita all’archeologia cristiana e così cominciò a prendere in esame uno per uno tutti i frammenti della croce catalogati del mondo. Calcolò le misure e il volume che probabilmente poteva aver avuto l’intera croce, a partire da documenti sulla pratica della crocifissione e altri dati come il tipo e la densità del legno per calcolarne il peso, e poi dalla reliquia importantissima che è presente nella cappella delle reliquie della basilica di Santa Croce in Gerusalemme di Roma: la cosiddetta “pars crucis bonis latronis”, ossia il legno trasversale completo che si ritiene appartenuto alla croce di Disma, il Buon Ladrone, crocifisso insieme a Gesù Cristo. Gli studi di Charles Rohault de Fleury rilevarono che le misure della Croce di Cristo sarebbero state di 3 metri per 1,80. Dei frammenti più importanti esistenti, e considerati autentici, la parte più rilevante si trova a Roma, nella basilica di Santa Croce in Gerusalemme. Poi ne abbiamo alcuni frammenti anche a Venezia.

Dati e racconti, studi e probabilità: un pullulare di visioni dello stesso tema, la Croce di Gesù. Sta di fatto che il tutto non può distrarci dal fatto storico e di fede più importante: la morte di Cristo sulla Croce che diviene poi Resurrezione, segno, signum di speranza per l’umanità.

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