francescanesimo

Carlo Acutis, il ragazzo della condivisione francescana

Antonio Tarallo Famiglia Acutis
Pubblicato il 13-10-2022

L’animo sempre gioioso

Le preghiere scorrono veloci sui fili del pc, nel web: un “Padre Nostro”, dieci “Ave Maria” e un “Gloria al Padre”, fanno parte di una catena che non incatena, bensì libera, la corona del Rosario. Un ragazzo davanti al monitor cerca di trasmettere il messaggio sempiterno del Vangelo; si dedica a grafiche e scritte che possano giungere nei cuori dei giovani; è il desiderio di Eternità quello che lo anima. Il giovane davanti al computer si chiama Carlo Acutis.

L’animo, sempre gioioso, contraddistingue il “novello Francesco” dei nostri tempi. Il santo d’Assisi per Acutis rappresenta un punto fermo nel suo cammino spirituale e terreno. In lui, vive tutta la semplicità e l’amore per la condivisione francescana. Sono tratti della personalità di Carlo che lo rendono un ragazzo speciale. Ma in cosa è racchiuso questo suo essere speciale? Il mondo, davanti a Carlo, comincia ad andare diversamente di come dovrebbe andare; i poveri che San Francesco aiutava, gli scartati della società, rivivono nei poveri di oggi; la speranza sembra affievolirsi; la gioia e l’amore, parole antiquate di un vocabolario obsoleto.

A un certo punto, c’è lui, il giovane ragazzo che non si vuole piegare alla comune idea che un mondo diverso è impossibile da realizzare. E così, grazie al suo intelletto, alle sue doti informatiche, comincia a creare progetti da condividere con altri ragazzi. Condivisione, “cum fratres”: “fratres”, perché per Carlo siamo tutti fratelli, senza distinzione alcuna. Sembra di rivedere in lui, Francesco d’Assisi che comprende, tra guerre e lotte, tra fuoco e fiamme, che tutti apparteniamo a una sola grande famiglia: quella umana, quella che abita questo pianeta.

Ma il giovane non si ferma a ciò, perché se no il suo sguardo si fermerebbe all'orizzonte terrestre; il suo sguardo si volge al cielo, alle stelle e al sole, così come fratello Francesco gli ha insegnato: anche Carlo, allora, mira in alto, così come sanno fare solo i sognatori e i poeti. Per lui, mirare in alto, vorrà dire contemplare la bellezza, in ogni uomo, in ogni creatura e nella natura; ma vorrà dire, anche, contemplare - soprattutto - l’Eucaristia, segno della presenza di Cristo, quell’Alto da vivere qui, su questa terra.

Di questo ragazzo, oltre all’esempio, alla testimonianza, è rimasta la sua mostra “I miracoli eucaristici nel mondo” che presenta, con un’ampia rassegna fotografica e con descrizioni storiche, alcuni dei principali Miracoli Eucaristici, riconosciuti dalla Chiesa, verificati nel corso dei secoli in diversi Paesi del mondo. Attraverso dei pannelli è possibile visitare virtualmente i luoghi dove sono accaduti questi miracoli. Una mostra che è già stata ospitata in tutti i cinque continenti, in quasi 10.000 parrocchie, compresi alcuni tra i Santuari Mariani più famosi come Fatima, Lourdes e Guadalupe.

I sogni del giovane Carlo non si sono spenti quel 12 ottobre del 2006, ma continuano a brillare con le stelle; continuano ad accendersi ad un colpo di click sulla tastiera di un computer. Si accende il monitor, si accende la speranza.

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