francescanesimo

Parole profumate, il nuovo libro di Raffaele Ruffo

Riccardo Giacon
Pubblicato il 08-07-2022

Nelle lettere di san Francesco emergono oltre alla sua spiritualità, la sensibilità fraterna e dimensione apostolica

Per conoscere e approfondire la conoscenza di Francesco d’Assisi il modo migliore è ascoltare direttamente la sua voce, avvicinandosi ai suoi testi in maniera completa. Tutti sanno che ha composto lo stupendo Cantico delle Creature. In Internet e in molte riviste si trovano riportate preghiere e citazioni molte delle quali impropriamente attribuite a Francesco. Errori che si moltiplicano in modo virale. Pochi, invece, sanno della sua attività epistolare. Il Santo di Assisi non ha disdegnato di impiegare ripetutamente lo strumento della scrittura. Soprattutto nell’ultima parte della sua vita l’invio di numerose lettere ha costituito l’unica possibilità per compensare alla sua difficile situazione di salute, diventata dopo il 1221 sempre più problematica, fino ad impedirgli di spostarsi senza gravi disagi. Con le lettere, una decina in tutto, Francesco continuava ad essere non solo in cammino tra la gente e guida spirituale della sua fraternità, ma anche in contatto personale con diversi fratelli e sorelle di cui prendersi personalmente cura. Un testo poco conosciuto è la Lettera ai fedeli che fra Raffaele Ruffo in Parole profumate, commenta e attualizza. In questo scritto ritroviamo tutti i temi cari a Francesco, possiamo conoscere i passaggi dei Vangeli da lui preferiti, quali le gioie spirituali che facevano traboccare di stupore e lode il suo cuore, quali fossero i capisaldi della sua scelta evangelica: povertà, umiltà, carità, misericordia, minorità. 

Fino a poco tempo fa si pensava che lettera fosse stata inviata da Francesco per farne il testo fondativo per un gruppo speciale (i Terziari), mentre aveva lo scopo di una esortazione cristiana per tutti: il testo era una predica che invece di farsi sentire si faceva leggere. 

La spiegazione del perché della lettera è esposta da Francesco all’inizio della missiva: “Poiché sono servo di tutti, sono tenuto a servire tutti e ad amministrare a tutti le fragranti parole del mio Signore”. “Parole profumate” che per Francesco sono spirito e vita. Parole da ascoltare, accogliere, gustare e praticare. Parole che ci rendono figli adottivi del Padre e, allo stesso tempo, spose, fratelli e madri di Gesù. Parole sante che illuminano i nostri passi sulla terra e che ci aprono le porte del cielo. Parole che Dio indirizza con affetto a tutti gli abitanti del mondo. L’annuncio della parola a tutto il mondo costituiva una grande urgenza da non essere bloccata né dalla malattia né dalla scelta della povertà e semplicità. Tutte le lettere esprimono questa natura universale della sua attenzione apostolica: voleva raggiungere tutti perché la sua era una passione grande quanto il mondo e per questo decideva di “far camminare” le sue parole facendole viaggiare attraverso le lettere.

 

Nella Lettera ai fedeli, il Poverello d’Assisi veste i panni di un autentico maestro di spiritualità. Una lettera dove, dall’inizio alla fine, traspare il suo desiderio di condividere con il mondo intero la grazia, la bellezza e la gioia di avere incontrato Gesù e di essersi messo alla sua scuola, nell’ascolto attento delle sue sapienti parole e nell’imitazione fedele dei suoi santi esempi. Una lettera tutta da leggere, assaporare e vivere. Un libro per tutti coloro che vogliono conoscere la spiritualità francescana direttamente dalla voce del Santo.

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