religione

La preghiera del Rosario, le litanie lauretane

Antonio Tarallo Unsplash
Pubblicato il 05-05-2021

Le origini, il loro sviluppo nella Chiesa dal XII secolo a Papa Francesco

Continua il nostro viaggio all’interno delle preghiere, delle devozioni mariane che vivono all’interno della Chiesa, da secoli.  Sono le preghiere delle nostre nonne, dei nostri avi che si tramandano di generazione in generazione. La protagonista è sempre lei, Maria. Il mese di maggio - si sa - rappresenta per ogni cristiano il mese più bello, più denso: pensare ognuno alla propria Madre evoca sentimenti, emozioni, ricordi indelebili. Il Rosario accompagna e scandisce il tempo, le giornate e i pensieri che quotidianamente affrontiamo nel nostro percorso spirituale e umano. 

Nella preghiera del Santo Rosario, alla fine, vengono poste quelle che vengono definite “Litanie Lauretane”: “«Signore, pietà. ℟ Signore, pietà. Cristo, pietà. ℟ Cristo, pietà. Signore, pietà. ℟ Signore, pietà. Padre del Cielo, che sei Dio, ℟ abbi pietà di noi. Figlio, Redentore del mondo, che sei Dio, ℟ abbi pietà di noi. Spirito Santo, che sei Dio, ℟ abbi pietà di noi. Santa Trinità, unico Dio, ℟ abbi pietà di noi…”. Parole che rimangono scolpite nei nostri cuori. Ma come nascono queste invocazioni? E perché vengono denominate “lauretane”? 

Hanno radici antiche, prima di tutto. Per trovare la loro origine, infatti, dovremmo risalire addirittura al  XII secolo: nascono dallo sviluppo del nucleo mariano delle litanie dei santi, nate agli inizi del III secolo. Questo è il più antico formulario da cui deriveranno  le litanie che chiamiamo "lauretane" dal santuario della Santa Casa di Loreto. Il massimo sviluppo di queste invocazioni, però, si ebbe nel XVI secolo. Quindi, possiamo parlare, di una cellula “primordiale” del XII secolo andata poi a svilupparsi fino ai nostri giorni. Uno sviluppo che arriva agli ultimi pontefici. Papa Francesco, ad esempio, ha deciso - nel giugno dell’anno scorso - di aggiungerne tre nuove “Mater Misericordiae”, “Mater Spei” e “Solacium migrantium”, ovvero “Madre della Misericordia”, “Madre della Speranza” "Conforto" ma anche "Aiuto" dei migranti.

Fu Papa Pio V ad aggiungere, alla fine del Santo Rosario, queste particolari invocazioni. Fu dopo la vittoria della Flotta cristiana a Lepanto (7 ottobre 1571) contro la flotta dell’impero Ottomano, che le “Litanie Lauretane” furono “collocate” alla preghiera mariana per eccellenza, il Rosario. Lo stesso papa aggiunse alle precedenti invocazioni (una settantina) quella di “Auxilium christianorum” (aiuto dei cristiani). Successivamente, nel 1587, le Litanie furono ufficialmente approvate con un documento di papa Sisto V. Nei secoli seguenti ci furono altri inserimenti. Benedetto XV durante la prima guerra mondiale inserì l’invocazione “Regina pacis” (Regina della Pace). Pio XII dopo la proclamazione del dogma dell’Assunzione, nel 1950, aggiunse “Regina in caelum Assumpta” (Regina assunta in cielo). Paolo VI nel 1965, concluso il Concilio inserì l’invocazione “Mater Ecclesiae” (Madre della Chiesa). Giovanni Paolo II nel 1995 inserì l’invocazione Regina Familiae. E, così, arriviamo al nostro pontefice Francesco con le “sue” tre nuove “Mater Misericordiae”, “Mater Spei” e “Solacium migrantium”. Maria è Donna del passato che si perpetua nel presente, e cammina con noi - sempre - verso il futuro. Di giorno in giorno. “Di generazione in generazione”, così come recitiamo nel “Magnificat”. 

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