religione

San Pietro, Roma e i papi

Antonio Tarallo Ansa - CIRO FUSCO
Pubblicato il 29-06-2022

Pietro è ritratto nell’atto di benedire

Roma e i papi, binomio dal sapore antico che si rinnova ad ogni elezione del pontefice. Non a caso, l’aggettivo più famoso, che si accosta a questo termine - “pontefice” - è appunto “romano”. Un aggettivo che denota la forte appartenenza del Soglio di Pietro con la Città Eterna. Qui, la Chiesa, ha “dimora”; qui, ha la sua casa più preziosa - per quanto concerne bellezza e arte - che da secoli, per molti romani, è semplicemente definita “er cupolone” che denota ben altro: la cupola di San Pietro è l’alta testimonianza dell’importanza e della magnificenza della Chiesa. La piazza è nota a tutti; così come la facciata; così come il baldacchino imponente del Bernini. Ma in questa santa terra - tanto per ricollegarsi all’altro luogo-simbolo del Cristianesimo, la Terra Santa - vi è una statua a cui molti turisti sono legati e molti fedeli la conoscono perché rappresenta il primo “romano Pontefice”: lui, Pietro; l’apostolo San Pietro che - assieme a San Paolo - è ricordato come patrono della Città Eterna.

La storia di questa statua ha radici antiche, nel XIII secolo. La celebre statua raffigura il primo pontefice romano “in cattedra”. E’ imponente, solenne, e si trova nella navata centrale della basilica. Pietro è ritratto nell’atto di benedire: il braccio destro, in avanti; benedice alla maniera greca (con due dita), mentre la sinistra impugna “le chiavi del Regno”. Il simbolo della Chiesa è davvero affascinante, specialmente con quella barba così “saggia”; sembra davvero essere il “padrone di casa”; la definizione non è casuale, alla fine, visto che il tempio cattolico è dedicato proprio all’apostolo Pietro. È vestito del “pallio filosofico”, seduto su un trono marmoreo d’epoca rinascimentale.



Ma chi ha realizzato questa scultura bronzea? L’opera è tradizionalmente attribuita ad Arnolfo di Cambio che l’avrebbe realizzata nel XIII secolo. Secondo alcuni studiosi, tuttavia, nel V secolo San Leone I, tornato dall’incontro con Attila, avrebbe fatto fondere la statua di Giove Capitolino per formare questa sublime statua. Nel Medioevo la scultura, considerata già all’epoca molto importante, era custodita nel chiostro di San Martino presso l’antica basilica. Quando poi la cupola di San Pietro fu completata, Paolo V fece trasferire la statua nella basilica. Di fronte all'opera sono state collocate - nel 1971 - due grandi torciere, sempre in bronzo, di Egidio Giaroli. Sopra la statua, vi è - invece - un medaglione a mosaico raffigurante papa Pio IX: venne sistemato qui nel 1871 a seguito della realizzazione del baldacchino sotto cui si trova la famosa statua.

È usanza - fin dai tempi antichi - che nelle grandi festività - e soprattutto in occasione del 29 giugno, festa dei due apostoli-patroni romani - la statua venga abbellita da sontuosi paramenti pontificali: spiccano il rosso porpora e l’oro acceso, simboli della regalità di Pietro, e - ancor prima - di Cristo.

Nel mondo esistono diverse copie di San Pietro in cattedra. Una di queste, ad esempio, si trova nella cattedrale di Notre-Dame a Parigi ed è perfettamente identica a quella custodita nella basilica vaticana. Ma questa è un’altra storia.

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