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Il Chiostro delle rane di Santa Maria delle Grazie a Milano

Francesco Bastianini legraziemilano.it
Pubblicato il 01-08-2022

Oasi di pace nella frenetica città

Milano e la moda; Milano e il suo storico Teatro alla Scala; Milano e la Borsa che registra - con la sua frenetica attività quotidiana - l’andamento dell’economia italiana. E si potrebbe continuare ancora a lungo in questa sorta di “gioco” di binomi con la città meneghina. Ma Milano è anche lo scrigno di alcune bellezze “nascoste” dove la storia si intreccia con la fede, con la religione e l’arte. È questo il caso della basilica di Santa Maria delle Grazie - retta dai Padri Domenicani - famosa in tutto il mondo per ospitare una delle opere più conosciute di Leonardo da Vinci: “L’ultima cena” - o più comunemente detta “Il Cenacolo” - che si trova nel refettorio del convento. Santa Maria delle Grazie è stata inserita nella “World Heritage List” dell’Unesco nel 1980 perché considerata una delle massime testimonianze dell’arte rinascimentale.

La posa della prima pietra di questa magnifica basilica avvenne il 10 settembre del 1463. I lavori per la costruzione furono guidati da Guiniforte Solari; per poi essere completati dal Bramante nel 1490, che illuminò le navate facendo costruire una monumentale tribuna coperta da una cupola. Dal 1553 al 1778 il monastero divenne sede del tribunale dell’Inquisizione e successivamente, dopo le distruzioni napoleoniche, vi prese posto una caserma.

Annessa alla chiesa, vi è il convento domenicano che si articola attorno a tre chiostri. Di questi, vera attrazione del convento, è quello denominato “delle rane”, così chiamato per la presenza di alcune sculture raffiguranti quattro ranocchie in bronzo che rappresentano l’ornamento della fontana collocata al centro del cortile. Il chiostro risale alla fine del XV secolo, quando per volere del duca di Milano Ludovico il Moro vennero intrapresi una serie di lavori di rinnovamento dell'intero complesso conventuale di Santa Maria delle Grazie. L'architetto di corte Donato Bramante venne incaricato intorno al 1491-1492 di progettare la parte conclusiva della chiesa, la sagrestia vecchia e il chiostro antistante, mentre il pittore fiorentino Leonardo da Vinci dipinse nel 1495 il Cenacolo all'interno dell'antico refettorio del monastero.

Il chiostro delle rane è di forma quadrata, con cinque arcate per lato, sostenute da colonne marmoree lisce con capitelli ornati da piccoli rami floreali. Gli archi tra una colonna e l’altra sono profilati in cotto e chiusi alla sommità da una chiave di volta in pietra decorata con motivi ornamentali. Nei timpani sono collocati tondi caratterizzati dal medesimo profilo in mattoni.

Le pareti - che presentano una decorazione a graffito con motivi ad onde e rami - hanno un solo strato di intonaco liscio su cui però è evidente il disegno inciso: ciò fa pensare che non si trattava di una decorazione definitiva, ma solo di una finitura provvisoria, poi però non portata a compimento. Gli studi architettonici ritengono probabile che anche i profili in cotto dovessero originariamente avere una decorazione superficiale di colore bianco che doveva simulare il marmo. Da questo piccolo chiostro, inoltre, si può accedere alla sagrestia vecchia, decorata con affreschi e armadi lignei alle pareti, dove oggi sono esposti a rotazione i fogli del "Codice Atlantico" di Leonardo da Vinci.

La fontana, posta al centro, fa respirare a chiunque entri nel chiostro un’oasi di pace, di serenità, pur trovandosi nel pieno centro di Milano. Il tutto è “incorniciato” da quattro grandi magnolie poste ai quattro angoli del chiostro, vicino alla fontana: è uno spettacolo divino; qui sembra incontrarsi il Cielo con la terra.

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