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Le ceneri nella vita quotidiana

Antonio Tarallo pixabay
Pubblicato il 22-02-2023

L'inzio della Quaresima 

Con il Mercoledì delle Ceneri inizia la Quaresima, il periodo che precede la Pasqua. Un atto penitenziale ad inizio del percorso che ci condurrà alla memoria della Resurrezione di Cristo. E’ significativo che inizi proprio con delle ceneri, un qualcosa che sembra quasi “non vivo” a dispetto dell’acqua e del fuoco che segnerà la veglia della Santa Pasqua. Ma perché proprio le ceneri? Cosa sono? E qual è il “simbolismo” che vi è dietro?

Una frase, o meglio, un invito risuona in questo giorno delle ceneri: “Memento homo, quia pulvis es et in pulverem reverteris” (“Ricordati uomo, che polvere sei e polvere ritornerai”). La frase è tratta dal libro della Genesi, al terzo capitolo. E, una volta, prima della riforma liturgica attuata dal Concilio Vaticano II, al momento dell’imposizione delle ceneri sul capo del penitente, il sacerdote ricordava: “Con il sudore della fronte mangerai il pane; finché tornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere tornerai!”. Ora la frase è assai più sintetica: “Convertitevi e credete al Vangelo”.

Ceneri e polvere, qualcosa di fugace se ci pensiamo bene: qualcosa che con un solo soffio di vento può essere spezzato via, in un solo istante. Quello dell’imposizione delle ceneri potrebbe sembrare un rito lontano dal tempo presente, quasi obsoleto. A prima lettura potrebbe sembrare proprio questo. Eppure in questo gesto è possibile riflettere sulla nostra vita di tutti i giorni, oggi, nel presente. Brevemente cerchiamo di fare chiarezza sul duplice significato teologico delle ceneri per poi addentrarsi nella nostra esistenza quotidiana. Due significati, soprattutto, dicevamo: il primo, è riconducibile alla condizione stessa dell’uomo, debole e fragile; il secondo, invece, richiama alla condizione dell’uomo che di fronte alla sua condotta erronea si pente del proprio agire e vuole compiere un cammino nuovo verso il Signore.

Negli ultimi istanti della storia del mondo, nessun evento quanto la pandemia, forse, ci ha fatto comprendere appieno il primo significato delle ceneri: la fragilità e la caducità della vita. Non perché prima non ne fossimo coscienti, ma l’emergenza sanitaria del 2019 è come se ci avesse voluto dire, come se ci avesse messo di fronte - in maniera perentoria e quasi violentemente tragica - un cartello su cui scritto: cara umanità, cerca di ricordare che ogni giorno della tua vita è prezioso; o in maniera ancor più cruda, la morte può coglierti in maniera inaspettata. Questo concetto, in fondo, lo sapevamo già prima, ma forse lo avevamo dimenticato. Quella del 2019 era stata una Quaresima particolare, senza dubbio. Ma, la domanda è: bisogna ricordare questo concetto solo nell’emergenza? E ancora: bisogna ricordarsene solo durante il Mercoledì delle ceneri? Da tempo, ormai, il tempo per riflettere, meditare sulla propria esistenza è davvero ristretto, se non quasi inesistente, presi tutti da una vita frenetica fatta di veloci messaggi whatsapp e di faccende quotidiane che occupano ogni istante della vita: una vita veloce, anzi velocissima, che non dà tregua, quasi come se fosse eterna qui su questa terra. Ma proprio perché magari si va dietro a tutto questo correre si dimentica il senso della vita, il significato più profondo. Ed è a questo punto che il secondo significato del giorno delle ceneri può offrirci la possibilità di “rimediare”: è possibile una strada per vivere pienamente ed è quella alla luce del Vangelo di Cristo; è quella del fare bene il bene; è quella dell’amore.

“Credere nel Vangelo”, oggi, vuol dire credere che è possibile costruire l’amore, unica via di salvezza per l’uomo. “Credere nel Vangelo”, oggi, vuol dire non lasciarsi intimorire dalle difficoltà che la vita ci può presentare. “Credere nel Vangelo”, oggi, vuol dire cercare - per quanto possibile, proprio in quella nostra caducità e fragilità della vita - amare il prossimo così com’è (con i suoi pregi e i suoi difetti). “Credere nel Vangelo”: mettere al primo posto Dio - che è Amore (con la “A” maiuscola) - a dispetto di tante piccole fugaci e frugali occupazioni che per un semplice e debole soffio di vento potrebbero sparire, volatilizzarsi al pari della cenere.

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