Perdono di Assisi

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Il Perdono di Assisi, la lettera dei Vescovi Umbri

Carissimi fratelli e sorelle,
il Giubileo straordinario della misericordia, che inizierà il prossimo 8 dicembre e terminerà il 20 novembre 2016, ci porta al cuore del Vangelo e risponde ad un’esigenza particolarmente sentita in questo momento storico, battuto da venti di crisi a cui anche la nostra piccola Regione non si sottrae. Il prossimo Sinodo sulla famiglia e il Convegno ecclesiale di Firenze metteranno a fuoco aspetti fondamentali di questa crisi che interessa non soltanto l’istituto familiare, ma la visione stessa dell’uomo. Persino molti credenti si sentono fortemente provati dai grandi interrogativi che riguardano la vita, la solidarietà e la famiglia. A ciò si aggiunge la perdurante crisi economica, di cui le persone più fragili – giovani, disoccupati, anziani, malati – pagano il costo più pesante. In questo quadro di fatiche interiori e sociali, personali e comunitarie, si rischia di finire nella tristezza e nell’angoscia. Quale aiuto può venire dal messaggio cristiano? Papa Francesco lo riassume nell’annuncio della misericordia. Ci offre a tal proposito preziose indicazioni nella Bolla di indizione Misericordiae vultus (MV). Vi invitiamo a meditarle e ad assimilarle. È un dovere soprattutto per i presbiteri chiamati ad essere, a titolo speciale, ministri della misericordia. Come Pastori delle Chiese di Dio che sono in Umbria sentiamo l’esigenza di accompagnare con una breve parola questa iniziativa papale, perché essa sia meglio accolta e porti frutti abbondanti.

1. La “geografia” della misericordia Partiamo dalla considerazione che la nostra Regione è stata attraversata, lungo la storia, da tante vie della misericordia, che hanno avuto i loro testimoni privilegiati nei nostri Santi. Una vera “geografia” della misericordia. Ci limitiamo a mettere in evidenza due grandi poli che proprio alla misericordia particolarmente si ispirano. Il primo è la Porziuncola, dove san Francesco plasmò la sua prima comunità sotto lo sguardo materno della Vergine degli Angeli. Per questo luogo a lui tanto caro volle ottenere da papa Onorio III il privilegio noto come “perdono di Assisi”, che tra l’1 e il 2 di agosto di ogni anno attira folle di pellegrini desiderosi di abbandonarsi all’amore perdonante di Dio. A spingere il Santo a questa richiesta fu il desiderio di rendere partecipi tanti fratelli e sorelle della gioia che solo una vita riconciliata e sanata può sperimentare. “Voglio mandarvi tutti in Paradiso”, fu la caratteristica espressione con cui ne diede l’annuncio. Di quel dono speciale ricorre il prossimo anno l’ottavo centenario (1216 – 2016), in una felice coincidenza con l’anno giubilare della misericordia. Come non gioire di tale circostanza, vedendola come un’occasione di grazia per tutta la nostra Regione? L’altro polo è il Santuario dell’Amore Misericordioso di Collevalenza, dono di Dio alla nostra Regione attraverso il cuore tenero di Madre Speranza recentemente beatificata. Anche da questo Santuario il messaggio e l’esperienza della misericordia si diffondono nel mondo, ed è bello che le nostre Chiese umbre ne sentano per prime i benefici.

2. Lineamenti della misericordia Il senso della misericordia e di questo anno speciale ad essa dedicato è ampiamente illustrato nella Bolla di indizione del Papa. Ne evidenziamo alcune linee portanti.
La misericordia è il cuore stesso del messaggio cristiano ed ha il suo “volto” in Gesù. Egli è la rivelazione piena del Dio – Amore. È Dio di misericordia quello che si esprime fin dai primordi della creazione, facendo belle tutte le cose, e ponendo la sua immagine nell’uomo, del quale si prende cura anche quando il peccato ne imbratta e sfigura il volto. È Dio di misericordia quello che si china, con viscere materne, sul popolo eletto, raccogliendone il gemito nell’oppressione e non rifiutando mai il perdono ai cuori pentiti. La stessa correzione è usata come pedagogia di misericordia. Ben lo esprimono i Salmi, intrisi di questo afflato misericordioso. La storia della salvezza può essere così tutta scandita dal ritornello del “grande hallel”: “Eterna è la sua misericordia” (Sal 136). Ma è soprattutto nei gesti e nelle parole di Gesù, in particolare nella parabola del Padre misericordioso, che si coglie la grandezza di questo amore, che sulla croce ha la sua misura piena. Dobbiamo lasciarci avvolgere dalla tenerezza del Padre che getta le braccia al collo del figlio traviato e “ritrovato”. “Ne ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò” (Lc 15,20). L’anno della misericordia ci faccia sentire “coccolati” dall’amore di Dio. Sia balsamo versato sulle ferite della nostra vita.

“L’architrave che sorregge la vita della Chiesa è la misericordia” (MV 10). Il Papa ci invita a far crescere la misericordia non soltanto come perdono offerto e ricevuto nel sacramento della riconciliazione, ma anche come “stile” che caratterizza ogni azione e percorso ecclesiale. È qui il segreto della nuova evangelizzazione. “Nelle nostre parrocchie, nelle comunità, nelle associazioni e nei movimenti, insomma, dovunque vi sono dei cristiani, chiunque deve poter trovare un’oasi di misericordia” (MV 12). Questa immagine della Chiesa interamente posta sotto il segno della misericordia è proposta da papa Francesco anche in relazione al Concilio Vaticano II, che cinquant’anni fa si concludeva, tracciando una “linea” pastorale profondamente evangelica e insieme particolarmente adatta al nostro tempo, secondo il programma enunciato da san Giovanni XXIII: “Ora la Sposa di Cristo preferisce usare la medicina della misericordia invece di imbracciare le armi del rigore” (cf MV 4). Non a caso il Papa ha voluto scegliere l’8 dicembre per l’inizio del Giubileo. E’ la solennità dell’Immacolata Concezione, che esprime il trionfo supremo della misericordia nella Vergine Santa, ma è anche la data commemorativa del cinquantesimo anniversario della conclusione del Concilio. Maria nostra Madre e la Madre Chiesa sono congiunte nell’orizzonte della misericordia.

La misericordia implorata va anche praticata. Urge un’etica della misericordia. Le classiche sette opere di misericordia corporale e spirituale devono essere concretamente riscoperte, non soltanto in funzione di piccoli gesti di amore, pur sempre necessari, ma anche come linee di impegno che investono tutto l’ambito della testimonianza sociale. “Apriamo i nostri occhi per guardare le miserie del mondo, le ferite di tanti fratelli e sorelle privati della dignità, e sentiamoci provocati ad ascoltare il loro grido di aiuto” (MV 15). L’etica della misericordia ci impegnerà pertanto ad agire nella linea di una carità “politica”, preoccupata del bene comune, adoperandoci nei diversi ambiti della vita sociale, perché la corruzione, che semina immoralità e favorisce la criminalità, sia fermamente combattuta (cf MV 19). La misericordia ben intesa non è svuotamento della giustizia, ma suo coronamento. Giustizia e misericordia “non sono due aspetti in contrasto tra di loro, ma due dimensioni di un’unica realtà che si sviluppa progressivamente fino a raggiungere il suo apice nella pienezza dell’amore” (MV 20).

“La misericordia possiede una valenza che va oltre i confini della Chiesa” (MV 41). Il Papa ci porta, con questa affermazione, al grande spazio del dialogo interreligioso, che diventa oggi sempre più necessario, di fronte alle sfide della globalizzazione, della multi-culturalità e della pace. Il dialogo con Israele, con l’Islam, con le altre grandi religioni dell’umanità, può trovare nel concetto di misericordia un punto di incontro. Il Papa auspica che l’incontro con le altre tradizioni religiose “elimini ogni forma di chiusura e di disprezzo ed espella ogni forma di violenza e di discriminazione” (MV 23). È un’altra coincidenza provvidenziale, particolarmente cara alla nostra Regione, che il prossimo anno, il 27 ottobre 2016, ricorra il trentesimo anniversario della Giornata mondiale di preghiera per la pace, voluta ad Assisi da San Giovanni Paolo II, con la partecipazione dei leaders delle varie religioni. Da allora si parla dello “spirito di Assisi”, programma ideale che, dalla Città Serafica, si estende al mondo come ispirazione di reciproca benevolenza e fecondo dialogo, nel rispetto delle identità di ciascuna tradizione religiosa e senza nulla togliere alla verità che siamo tenuti a professare.

3. Linee operative comuni Il Papa ha proposto un Giubileo che, pur prevedendo i tradizionali appuntamenti “romani”, avrà il suo svolgimento ordinario nelle Chiese locali. “Porte Sante” infatti si apriranno, oltre che a Roma, anche nelle nostre Cattedrali. Ciascuna Chiesa si attiverà secondo specifiche modalità.
Ci sembra tuttavia bello dare una testimonianza di comunione, condividendo alcune linee che ci aiuteranno a crescere nella nostra esperienza di Chiesa a livello regionale.
a. Il concetto biblico e teologico della misericordia merita di essere approfondito. Se ogni diocesi lo farà attraverso le proprie istituzioni ed iniziative, si impegnino a ciò in modo speciale i due Istituti che sono particolarmente qualificati nella formazione teologica della nostra Regione: l’Istituto Teologico Assisano e l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Assisi.
b. Il Giubileo straordinario della Misericordia è un’occasione propizia non solo per accogliere il perdono di Dio, ma anche per risanare le ferite dei nostri rapporti – nelle famiglie, nei presbitèri, nelle comunità parrocchiali e civili – perché la misericordia possa trionfare e portare frutti di pace. Occorrerà per questo riscoprire su larga scala il sacramento della riconciliazione. In particolare incoraggiamo iniziative di formazione e di approfondimento per i confessori, auspicando che, almeno alcune di esse, si svolgano a livello regionale. Se ne facciano carico in modo particolare i grandi santuari della Regione.
c. L’ottica della misericordia ci impegna a guardare con rinnovata premura alle condizioni di bisogno in cui ancora tante persone e famiglie versano a causa della crisi economica. Ci adopereremo pertanto per favorire nuova sensibilità per le opere Caritas diffuse sul territorio regionale, dando co
ntinuità e slancio al Fondo di solidarietà che in questi anni ha manifestato la generosità delle nostre Chiese. d. Il pellegrinaggio, come in tutti i Giubilei, resta un’espressione eloquente del cammino di conversione al quale tutti siamo chiamati, se vogliamo fare un’esperienza viva della misericordia. Le singole diocesi si organizzeranno secondo le proprie valutazioni di opportunità. Si potrà tuttavia verificare la possibilità di un pellegrinaggio regionale a Roma, ad Assisi o a Collevalenza
e. Il trentesimo anniversario dello “spirito di Assisi” susciti la dovuta attenzione nelle nostre Chiese particolari. Si incoraggerà pertanto una significativa partecipazione a quanto verrà organizzato per ricordare l’importanza e l’attualità dell’evento del 1986.
Carissimi fratelli e sorelle,
vogliate accogliere queste brevi parole, che sono innanzitutto un invito ad approfondire quanto il Santo Padre ci ha offerto nella sua Bolla di indizione del Giubileo.
“Lasciamoci sorprendere da Dio” (MV 25). Approfittiamo di questo anno speciale per portare avanti con fiducia il rinnovamento della nostra vita personale e comunitaria. Ci siano di modello i nostri Santi e in particolare ci tenga per mano la Madre della misericordia. “La dolcezza del suo sguardo ci accompagni in questo Anno Santo, perché tutti possiamo riscoprire la gioia della tenerezza di Dio” (MV 24).
A tutti un fraterno abbraccio con la benedizione del Signore

I Vescovi dell’Umbria