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I francescani nei campi profughi dei rinnegati del Sud Sudan

Gelsomino Del Guercio Ansa - CIRO FUSCO
Pubblicato il 09-02-2023

La missione di fra Federico Gandolfi

Francescani tra i disperati del Sud Sudan. Nel Paese visitato da Papa Francesco, alla periferia della capitale Giuba, i frati minori provano ad alleviare la vita di 33mila persone ammassate in un campo per Idp, Internally displaced persons, tra tende rattoppate e baracche di lamiera.

HANNO PERSO TUTTO
Sono sfollati interni, come scrive Vatican News, hanno perso tutto probabilmente, anche più di una volta nella loro vita: case, terreni, beni preziosi come il bestiame, ma soprattutto vite umane, quelle dei familiari, degli amici, uccisi dalla follia della violenza e dell’odio.

LA TRIBÙ SCONFITTA
Ora vivono nel campo, sono persone “confinate da barriere tribali, barriere economiche e sociali”, racconta padre Federico Gandolfi, missionario dei Frati minori, parroco della Parrocchia della Santa Trinità a Giuba, incaricato anche della cura pastorale del campo dove sono tutti appartenenti alla tribù Nuer, in opposizione a quella dei Dinka, al governo.

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SERENI CON POCO
Nel campo profughi i francescani lavorano senza sosta. “I bisogni sono tantissimi - spiega il missionario - però loro insegnano che si può vivere con poco e che si può vivere serenamente, è questo che mi stupisce sempre. Dal punto di vista medico, l'assistenza qui al campo è praticamente zero, non riescono ad andare negli ospedali, la mortalità è molto alta, sia tra i bambini che tra gli adulti, per malattie che altrove o non ci sono più oppure sarebbero molto facili da curare”.

LE NUOVE GENERAZIONI
Le nuove generazioni cresciute nel campo parlano solo la loro lingua, non hanno imparato l’arabo, che si parla comunemente, né l’inglese, che è la lingua ufficiale, tutto questo renderà un giorno il processo di integrazione ancora più difficile, eppure, prosegue padre Gandolfi, “vedi bambini in giro e gente che comunque sorride e va avanti con speranza”.

IL SIGNIFICATO DELLA VISITA DEL PAPA
Il Papa, durante il viaggio apostolico, ha incontrato alla Freedom Hall di Giuba alcuni degli sfollati del campo assieme ad altri giunti da altre parti del Paese. “La speranza con la S maiuscola per questa gente che non ha assolutamente nulla e che però sorride” è uno sguardo, un’attenzione. “Qui sorridono per le relazioni”, conclude il francescano missionario, e Papa Francesco è venuto a confermare una relazione fondamentale che è fondata sulla fede”.

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