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San Francesco in America: come nasce San Francisco

Antonio Tarallo Pixabay
Pubblicato il 08-02-2022

Viaggio alla scoperta dei luoghi francescani oltreoceano

San Francisco e i suoi grattacieli, interminabili, che toccano il cielo, lo sfiorano quasi. Vetrate e cemento che hanno tutta l’aria di dinosauri moderni. San Francisco, un grande bosco di palazzi, dove la vita frenetica americana inizia fin dalle prime luci dell’alba per poi concludersi al tramonto, per dare infine spazio e tempo alla vita notturna. San Francisco: una città dai mille colori e dai mille volti. E, in questi volti, ce n’è uno che richiama la nostra attenzione e che, in un certa misura, ci sorprende: è il volto di San Francesco d’Assisi.

Quando si sente udire questo nome, subito, nell’immaginario collettivo si pensa - giustamente ed inevitabilmente - ad Assisi, la terra natia del Poverello, la terra simbolo di Francesco. E il nome della metropoli americana, San Francisco, lo si deve al poverello d’Assisi.

LA STORIA

E, allora, occorre fare un salto indietro nel tempo. Un bel salto: la Baia di San Francisco fu abitata, per migliaia di anni, da tribù indiane. Quando gli spagnoli arrivarono in California, questa era già abitata dai Mojave e da altre tribù che parlavano la lingua yuma. Il 28 settembre 1542, lo spagnolo Juan Rodríguez Cabrillo fu il primo europeo a mettere piede in California. Nel 1577 anche l’inglese Drake arrivò in questa terra, a cui diede il nome di “Nova Albio”, ma i primi ad istallarvisi furono i gesuiti spagnoli con le loro famose missioni. Nel 1767, il re Carlo III di Spagna ordinò l’espulsione dei gesuiti dai suoi domini, visto che le missioni erano diventate già quattordici.

Nel 1769, nella baia di San Francisco arrivò una spedizione diretta da Gaspar de Portolà e dal frate Junípero Serra, un francescano che si dedicò a percorrere la California. Nel 1776, l’esploratore portoghese Juan Bautista de Anza costruì la prigione di San Francisco e fondò una missione in onore di San Francesco d’Assisi, attualmente conosciuta con il nome di Mission Dolores: nacque così la città di San Francisco de Asís. Nel 1792, George Vancouver fondò la piccola base di Yerba Buena vicino alla missione spagnola.

Qui si insediarono inglesi, russi e altri coloni europei. Tormentata da numerosi problemi, la Spagna lasciò un po’ in disparte la California, favorendo l’arrivo dei russi che, nel 1812, fondarono Fort Ross proprio accanto a San Francisco. Nel 1822 il Messico dichiarò l’indipendenza dalla Spagna e ottenne questo territorio. Dopo l’annessione al Messico, la missione di San Francesco di Assisi fu abbandonata. Il commodoro John Drake Sloat, nel 1846, proclamò l’indipendenza della California dal Messico e la dichiarò territorio statunitense. Un anno dopo, il 30 gennaio 1847, gli americani cambiarono il nome di Yerba Buena per quello di “San Francisco”.

Un pezzo d’Italia in America, grazie al nome del santo di Assisi. Questa sorta di legame - inaugurato in un passato così lontano - tra il nostro Paese e quello americano, non può non far pensare a un qualcosa di profetico: in fondo, la città degli Stati Uniti fu una delle più importanti mete degli emigrati italiani tra il finire dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. E chissà quanti avranno cercato la protezione di San Francesco d’Assisi durante il viaggio interminabile alla volta degli Usa.

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