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Suor Rosemary Lynch, la francescana pacifista

Antonio Tarallo Suore Apostoline
Pubblicato il 22-02-2022

San Francesco in America

“Imagine all the people/ Livin' for today. / Imagine there's no countries/ It isn't hard to do/ Nothing to kill or die for/ And no religion, too”: immaginare che la gente viva in pace. Così cantava John Lennon in questo famoso brano del 1971. Bisogna immaginare un mondo diverso, forse non realizzabile, ma certamente più bello di quello che conosciamo dove non c’è spazio più per le guerre ma solo per gli esseri umani che vivono in pace. Questo era l’invito, l’esortazione che il cantante ha voluto trasmettere grazie alle note della sua canzone. E lo stesso inno era stato proclamato da una suora oltreoceano: è Rosemary Lynch, francescana pacifista americana, figura affascinante del nostro ieri.

Donna minuta, con due occhi azzurro cielo che attraversano i mari, anzi l’oceano appunto. Affabile, informatissima, sempre presente nelle manifestazioni pacifiste e nella difesa dei diritti civili. Francesco d’Assisi il suo faro: impersonificava il saluto francescano “Pace e bene” che per lei significava soprattutto salvare la Madre Terra già ferita dagli esperimenti nucleari. Suor Rosemary era instancabile paladina della difesa dei diritti civili dei popoli indigeni che abitavano quelle terre.

Era nata a Phoenix, in pieno deserto dell’Arizona. Da giovane era entrata in una congregazione di suore francescane. Si era dedicata prima all’insegnamento, poi era venuta a Roma, nel Consiglio Generale della congregazione. Negli anni Sessanta, aveva seguito con passione i lavori del Concilio Vaticano II. Nella sua casa sulla via Cassia si incontravano vescovi e teologi progressisti come don Hélder Câmara e Leonardo Boff. In Vaticano collaborava alla Commissione Giustizia e pace. Poi tornò negli Stati Uniti e scelse di andare a Las Vegas in una comunità francescana impegnata a fianco degli innumerevoli immigrati latinos.

Fu proprio a Las Vegas che il suo impegno pastorale si concentrò - soprattutto - sulla tragedia degli esperimenti nucleari continuati di nascosto dopo i bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki. Contro questi esperimenti iniziò a impegnarsi con un gruppo di “Francescani per la pace”, moltiplicando digiuni, veglie di preghiera e manifestazioni non violente. In un’intervista radiofonica la stessa suora francescana raccontava con queste parole la sua esperienza: “Vicino a noi nel deserto c'era il grande "Nevada text site". Io non sapevo che gli Stati Uniti facevano test di bombe nucleari, per me era una cosa terribile pensare a questo. Cosi' abbiamo incominciato a fare delle veglie nel deserto”. Andava contro il sistema, la sorella francescana tanto che fu più volte addirittura arrestata. La pace e l’amore danno sempre fastidio.

Nella biografia di questa suora americana non sono mancati momenti di sconforto, eppure Rosemary non si è lasciata mai abbattere nell’animo perché credeva fortemente nella pace. Una donna che conosceva profondamente il Messaggio Evangelico e che lo portava fra gli ultimi. La sua missione in una terra così colma di contraddizioni come l’America - divisa, in fondo, sempre, tra ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri - è una testimonianza di come lo spirito francescano, nel corso dei secoli, si sia confrontato con la realtà dei tempi. Questo, uno dei carismi che San Francesco d’Assisi ha donato al suo Ordine. Questo, uno dei doni più importanti.

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