fede

Il pane di Santa Chiara

Antonio Tarallo Pixabay
Pubblicato il 11-08-2021

Due episodi miracolosi della Santa di Assisi

Sono molte le volte che si parla del pane di Sant’Antonio, grande espressione della devozione popolare al santo di Lisbona. Eppure, anche Santa Chiara ha le sue tradizioni legate al pane. Ci sono, infatti, due episodi che vedono legata la figura di Santa Chiara al pane.

La prima storia è narrata ne “I fioretti di Santa Chiara”. Sul “palcoscenico” di questa incredibile storia vediamo agire addirittura Papa Gregorio IX. Il pontefice era in Assisi e non voleva ripartire senza tornare tra gli olivi di San Damiano, la chiesa custodita da Santa Chiara e dalle sorelle clarisse. Chiara e le sorelle furono avvisate del grande evento: il pontefice in persona stava arrivando e così, aiutata dalle compagne, aveva ornato di fiori tutta la chiesa in suo onore. Aveva unto di olio le tavole della mensa, e cosparso di rami d’olivo la stradicciola che scendeva al convento. Il Papa dopo aver benedetto le suore di San Damiano, cominciò a rivolgere a loro, più che un' omelia vera propria, un discorso da padre a figlie. Chiara e tutte le suore lo ascoltavano ammirato. Alla fine di questo discorso, si accorsero che era già mezzogiorno e, quindi, invitarono il pontefice a mangiare con loro. Ma c’era un problema: c’era solo pane duro. Era quello ricevuto in elemosina. Il pontefice pregò Chiara di benedire la mensa, ma, ella rispose: “Santissimo Padre, perdonatemi, ch’io sarei degna di troppo grande riprensione, se innanzi al Vicario di Cristo io, che sono una vile femminella, presumessi di fare cotale benedizione”. Ma il pontefice rispose: “Acciò che questo non sia imputato a presunzione, ma a merito d’ubbidienza, io ti comando per santa obbidienza che sopra questo pane tu faccia il segno della santissima croce e benedicali nel nome di Dio”. Dunque, Chiara non si poteva certo rifiutare all’ordine del pontefice, e così si alzò in piedi, con la mano destra tracciò in aria una gran croce, invocando il nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. E fu allora che avvenne un prodigio miracoloso. Allora Papa Gregorio IX - assieme ai cardinali che erano al seguito - videro come, sopra ogni pagnotta, fosse apparso un segno profondo. Era una croce quasi intagliata nella dura crosta del pane.

L’altro episodio è narrato, invece, ne “La leggenda di santa Chiara vergine” - giunta a noi anonima - fu redatta per incarico di papa Alessandro IV da un frate minore dopo la canonizzazione di Santa Chiara. È datata comunemente del 1256, subito dopo la canonizzazione di santa Chiara, la cui data è ignota, ma oscilla – nei vari esemplari della bolla Clara claris praeclara – tra l’agosto e l’ottobre del 1255. In questo documento è presente uno straordinario episodio della santa. Ancora una volta, è protagonista il pane. In queste pagine si legge il racconto di una delle consorelle di Santa Chiara, suor Cecilia da Spello. Questo il racconto dello straordinario evento: un giorno, a san Damiano, c’era una sola pagnotta di pane, frutto dell’elemosina raccolta dai frati questuanti. Questo pane doveva servire a sfamare ben cinquanta sorelle. Di fronte al suo sgomento, Chiara la esortò di dividere il pane a metà e di mandarne una parte ai frati. L’altra sarebbe servita alle cinquanta suore. Suor Cecilia rispose a Chiara con queste parole: “Per fare di questo poco pane cinquanta fette, ci vorrebbe quel miracolo del Signore dei cinque pani e due pesci”. Comunque sorella Cecilia - tuttavia - obbedì. Mentre tagliava le fette, il pane aumentava di dimensione, miracolosamente tanto che ne uscirono cinquanta fette, tutte buone e grandi.

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