francescanesimo

Il covid cambia anche gli esercizi spirituali: in Terrasanta diventano virtuali

Gelsomino Del Guercio
Pubblicato il 30-05-2020

E a Istanbul, nonostante il virus, i francescani hanno servito cibo e vestiti ai poveri

Esercizi spirituali virtuali per i frati della Custodia provinciale d’Oriente e di Terra Santa. Li hanno celebrati, infatti, tra il 27 aprile e il 2maggio scorso, in collegamento internet con la Curia generale.

LE MEDITAZIONI E IL RAPPORTO CON DIO
Quest’anno il ritiro è stato vissuto in un modo... originale. Il Segretario generale Fra Tomasz Szymczak ha predicato dalla Curia generale, usando i mezzi che internet può offrire, così ha aiutato i frati a meditare sul voto della povertà, riporta Fra Lucian Abalintoaiei. Le meditazioni hanno portato i frati alla revisione della propria vita a partire da questo voto, riflettendo prima di tutto sul modo in cui si riceve e poi si vive la Parola di Dio, riconoscendo infine che tutto è dono del Signore.
Se questo dono è ben accolto, con equilibrio e con senso di responsabilità, si può costruire un autentico rapporto con se stessi, con il prossimo e con l’Altissimo.

L'ESPERIENZA DI ISTANBUL AL TEMPO DEL COVID
Una iniziativa invece, reale e concreta in tempo di coronavirus, è quella portata coraggiosamente avanti da frati del Convento Sant’Antonio in Istanbul-Beyoğlu, appartenenti sempre alla Custodia d'Oriente e di Terra Santa. Ogni martedì, «aiutiamo i poveri, nel nostro caso distribuendo vestiti e pane; il Santo stesso fa in modo che nessuna di queste cose manchi». Con l'arrivo del coronavirus, nonostante le molte difficoltà causate dal diffondersi della malattia, questo servizio è proseguito.

CHI SONO I PIU' COLPITI
«Sant’Antonio stesso ha deciso di agire e, secondo la sua usanza, di dare il pane agli affamati - scrivono i frati - e questi sono arrivati, sopra ogni nuovo divieto imposto dallo stato per la lotta contro il virus, sempre più numerosi. Tra i più colpiti ci sono i migranti dall’Africa, dall’Asia e dal Medio Oriente, poi i nostri parrocchiani, a cui è stato chiuso il posto di lavoro o di commercio. Il loro reddito giornaliero o settimanale si è improvvisamente esaurito e i loro risparmi, che spesso vengono trasferiti nei paesi d’origine, non sono sufficienti. Lo spettro della carenza di pane comincia a guardare negli occhi di molti».

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