francescanesimo

La storia del convento dei Frati Minori Cappuccini di San Giovanni Rotondo

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Pubblicato il 03-01-2021

Dal XVI secolo ai giorni nostri

Il convento di San Giovanni Rotondo fu fondato nel 1540 per unanime desiderio del popolo con il consenso dell’arcivescovo di Manfredonia, card. Giovanni Maria di Monte San Sabino.

Il terreno fu donato da Orazio Antonio Landi ed era dotato di una casetta di campagna che esiste tuttora, ed un pozzo, tipico patrimonio delle campagne pugliesi. Questo convento è stato per moltissimi anni il luogo di noviziato, solenne ed austero, richiesto dalla tradizione cappuccina.

In questo convento iniziò la conversione di s. Camillo De Lellis e che maturò passando per una valle detta ‘dell’inferno’ e che è situata nel percorso tra il convento di San Giovanni Rotondo e quello di Manfredonia. Detto convento, come tanti altri, subì l’onda della soppressione nel decennio francese.

Il 14 agosto 1808 la commissione governativa formata dal sindaco Giovanni Verna, Francescantonio Ventrella e dall’arciprete Nicolò Cascavilla, alla presenza dei testimoni Michele Carrabba, Costanzo Fraticelli e Vincenzo D’Errico, formulò l’inventario di tutto ciò che esisteva in convento e nella Chiesa.

L’inventario, debitamente firmato, fu consegnato al p. Francesco Maria da Rodi, superiore del convento. La soppressione avvenne il 4 luglio 1811.

In tal giorno gli incaricati legali alla soppressione, Francescantonio Ventrella e Salvatore Cafaro, radunarono la comunità con a capo il superiore, p. Giovanni Maria da Monte S. Angelo e procedettero alla formulazione del nuovo inventario. I frati assistettero con le lagrime agli occhi a tale atto.

Questi frati fu ingiunto perentoriamente di lasciare il convento nello spazio di quattro giorni a partire dall’8 ottobre 1811. Il 7 febbraio 1812 il convento fu invaso da ‘più assassini bene armati’.

Perché ciò non si ripetesse, il sindaco chiese all’intendente che permettesse che alcuni ex cappuccini, sia pure in veste da prete, facessero da custodi al convento ed alla Chiesa. Il convento fu riaperto nel 1816 e chiuso con l’avvento del governo massonico italiano nel 1866.

In data 16 giugno 1886 i locali del convento furono messi in vendita dal demanio. Fu riaperto nel 1909 e nel 1925 fu dato ai frati in enfiteusi perpetua.

La Chiesina è lineare e spoglia, secondo lo stile cappuccino, e conserva il misticismo ed il raccoglimento devoto. La sua storia si compendia in poche date. Iniziata nel 1540, fu completata nel 1581.

Danneggiata insieme al Convento dal terremoto del 1624, fu riparata e terminata nel 1629. Il 5 luglio 1676 fu consacrata e dedicata a S. Maria delle Grazie. Sull’altare maggiore è collocata la Madonna delle Grazie patrona della Città di San Giovanni Rotondo, tempera su tela, cm 150 x 95, della metà del ‘500, di una scuola locale pugliese fra Cesare Turco e Decio Tramontano.

Il quadro della Vergine fa parte di un trittico con S. Giovanni Battista. Nella sacrestia dell’attuale Santuario S. Maria delle Grazie troviamo S. Antonio di Padova cm. 166 x 90 e S. Francesco cm. 166 x 90; S. Michele nella chiesetta antica e la tela dell’Eterno Padre, sulla porta d’ingresso del corridoio tra la vecchia e la nuova sacrestia.

Esse possono essere attribuite, con molta probabilità, a un pittore manierista napoletano della fine ‘500 inizio ‘600. Nel complesso ligneo della vecchia sacrestia, molto semplice e senza alcun fregio particolare che risale all’inizio del ‘700, sono incorniciate tre tele: Gesù Crocifisso con le pie donne e S. Giovanni Evange­lista, olio su tela, cm. 72 x 52; Addolorata, olio su tela, cm. 44×34; Gesù coronato di spine, olio su tela, cm. 44×34. Sia il complesso ligneo come le tele sono certamente fattura di religiosi dell’epoca, i quali, ricalcando i motivi e l’ispirazione del Borghese e del Vaccaro, abbellirono le Chiese e le sagrestie, spinti dalla devozione e dall’amore dell’arte.

Adorazione del Crocifisso – Olio su tela, di qualche seguace di Giacomo del Po, databile nel sec. XII. Sotto la volta del coro si osserva il dipinto, a firma: Penati 1935.

Rappresenta la Visita di Maria SS.ma e S. Elisabetta. In occasione delle nozze d’argento sacerdotali (10 agosto 1935) di P. Pio, per iniziativa di alcune persone del Paese, come omaggio della popolazione di S. Giovanni Rotondo, si decise di restaurare la chiesetta, scegliendo per le pitture, l’artista milanese Natale Penati, che già lavorava in Paese.

Nel 1959 la chiesetta è stata di nuovo pitturata da Cesarino Vincenzi e decorata da Eliseo Simili, bolognesie S. Paolo.

Fonte http://www.cappuccinifoggia.it/ via https://sangiovannirotondofree.it/

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