francescanesimo

Sette pillole di santità della venerabile clarissa Suor Francesca Ticchi

Gelsomino Del Guercio www.cappuccinimarche.org
Pubblicato il 02-01-2021

La clarissa cappuccina ci insegna come si diventa santi

Papa Francesco ha di recente elevato le virtù eroiche della serva di Dio Maria Francesca Ticchi. Clarissa Cappuccina di origini marchigiane - nata il 23 aprile 1887 e morta dopo atroci sofferenze dovute ad una malattia polmonare il 20 giugno 1922 - nei suoi Esercizi Spirituali offre alcune straordinarie pillole di santità.

Queste parole spiegano bene il rapporto stretto e intenso che viveva con Gesù e l’eucaristia. Le consorelle l’ammiravano per questo privilegio.

1) LA VIA DELLA PERFEZIONE
Scriveva suor Francesca: «La via della perfezione è seminata di spine e di sacrifici. Per amore di Gesù sono pronta a tutto quello che egli vorrà da me».
Lei seppe accettare il dolore come pane quotidiano, la sofferenza fisica e morale in perfetta letizia, con un sereno sorriso che comunicava pace alle sorelle che vivevano al suo fianco.

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2) PER QUALE MOTIVO SONO IN UN MONASTERO?
Nelle poche parole che ci ha lasciato più volte leggiamo l’interrogativo che si pone: «Per quale motivo sono venuta in monastero? Per farmi santa, si risponde. Questa motivazione centrale della sua vita la pone costantemente in cammino senza adagiarsi alla mediocrità perdendosi in cose secondarie e rialzandosi prontamente dopo ogni caduta (insegnava alle sue novizie: “l’avvilimento non ha fatto mai avanzare nessuno nella perfezione ed è segno di grande orgoglio”)».

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3) A COSA GIOVANI ONORI E CARICHE?
Quando la santità diventa il vero obiettivo della vita, ogni altro obiettivo mondano diventa misera cosa. Scrive negli esercizi del 1920: «Se io acquistassi onori, dignità, cariche, a che cosa mi gioverebbe? Se io non penso al mio ultimo fine, a che altro mi gioverà pensare? Sì mio Dio da oggi voglio cominciare… (e già erano passati 18 anni in monastero, però appena superata la tentazione si slancia verso il Suo Signore e continua) Che dignità sublime essere per la vera strada che conduce alla santità, cioè la santa regola ed i santi voti. Oh! Come vi ringrazio, o mio Dio, di questa grazia che mi avete fatto. Ed aiutatemi acciò sia fedele nella perfetta osservanza della santa regola e dei voti».

4) SONO PRONTA A NEGARE LA MIA VOLONTA’
Suor Francesca sapeva che l’umiltà è il fondamento di ogni virtù e per questo si impegnava per acquistarla, ma soprattutto perché desiderava amare appassionatamente il Suo Signore e aveva capito che solo chi è umile ama veramente. «Gesù mi dice sempre: chi vuol venire dietro a me rinneghi se stessa, ossia la propria volontà, ed io per amore vostro, caro Gesù son pronta a negare in tutto la mia volontà,… E in un altro passo continua: Chi sono io, o mio Dio, e chi siete voi? Ah, io sono un niente… e perché ardisco insuperbirmi di quel pochino che faccio? Forse l ‘ho fatto io?».

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5) MARIA E L’ANGELO CUSTODE
«Oh, mio Dio, io vi prometto in avvenire, coll ‘aiuto vostro, di Maria e del mio Angelo Custode di stare sempre in umiltà; e tutto quello che farò non crederò di averlo fatto io, ma voi, mio Dio, che siete così potente, buono e misericordioso». (Esercizi 1918)

6) AMARE CON LE UMILIAZIONI
La prova è in uno scritto degli ultimi anni in cui dice: «vi amerò sempre o Gesù con le umiliazioni». Sì, l’umiltà si prova e si consolida attraverso le umiliazioni. E a suor Francesca non sono mancate anche quando alla fine della vita era stimata e venerata dalle sorelle come santa.

7) FATE DI ME TUTTO CIO’ CHE VI PIACERA’
«L’anima che veramente cammina dietro Gesù e che vuole arrivare alla cima del Monte Santo, deve essere sempre conforme alla volontà del Signore in tutto, tanto nelle avversità che nella prosperità, tanto nelle cose che ci piacciono come in quelle che non ci piacciono, in tutto e per tutto. Oh, Gesù, io mi metto tutta nelle vostre santissime mani, fate di me e sopra di me tutto ciò che vi piacerà; e tanto mi basta». (Esercizi 1921)

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