religione

Una canzone di Branduardi racconta due miracoli compiuti da San Francesco

Gelsomino Del Guercio wikipedia Creative Commons
Pubblicato il 23-01-2021

Da Capua a Sessa Aurunca, così i prodigi del santo di Assisi vengono narrati ne “Il trattato dei miracoli”

I due miracoli che San Francesco ha compiuto in Campania, sono narrati in una canzone di Angelo Branduardi. Stiamo parlando de “Il trattato dei miracoli”, scritta nel 2000 e tratta dall’album “L’infinitamente Piccolo”:

LA STROFA

“Un bambino a Capua cadde nel fiume,
alla vita ritornò chè era già morto.
Un giovane di Sessa fu travolto da un muro
Ma Francesco lo svegliò prima dell’alba“.

IL BAMBINO RESUSCITATO A CAPUA

Resuscitò un fanciullo di Capua, che mentre giocava presso la riva del Volturno cadde nel fiume e vi annegò. Gli amici disperati gridarono: “Santo Francesco, rendi il bambino al padre e al nonno, che sudano al tuo servizio!”. E mentre tutto il popolo invocava il santo un nuotatore riuscì a recuperare il corpo senza vita del ragazzino. San Francesco provocato dalla devozione e dalle preghiere del popolo, subito resuscitò il fanciullo morto. Il quale supplicò d’essere portato alla chiesa di San Francesco, per il cui favore giurava d’essere risorto.

IL CROLLO DELLA CASA A SESSA AURUNCA

Poi a Sessa Aurunca, sempre nel Casertano, una casa crollò uccidendo un giovane che era all’interno, i soccorritori lo estrassero dalle macerie senza vita e lo adagiarono su una lettiga. La madre formulò questo voto: “O San Francesco, rendi a questa sventurata il suo caro figlio, ed io cingerò il tuo altare con un filato di argento, lo coprirò con una tovaglia nuova, e circonderò di candele tutta la tua chiesa!“. Verso la mezzanotte il giovinetto cominciò a respirare, e prima che spuntasse il giorno tornò completamente alla vita lodando il Signore.



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GLI ALTRI 12 MIRACOLI DELLA CANZONE

Branduardi nella canzone descrive nelle strofe altri 12 miracoli, oltre ai due campani.

Villa era un bambino ed era muto,
si votò a Francesco e si svegliò cantando.
Il giovane Mancino era in punto di morte,
di Francesco chiamò il nome e fu guarito.


Il mendicante Bartolomeo
All'ombra di un noce si era addormentato,
quando si destò che più non camminava,
per grazia di Francesco fu guarito.

La povera Sibilla era cieca e triste,
Bonomo di Fano era lebbroso,
la bella Ubertina soffriva il mal caduco,
nel nome di Francesco furono guariti.


Ed a Foligno il buon Nicolò,
straziato dal dolore che più non sopportava,
si votò a Francesco e con le sue gambe
ed il cuor contento a casa fece ritorno.


(…) Maria di Gagliano che aveva sete
Trovò una fonte che era prodigiosa.
Una donna di Narni che era indemoniata
Nel segno della croce fu liberata.

Per le febbri ardeva Gualtiero d'Arezzo
A Francesco fece voto e fu guarito.
Ed un figlio maschio ebbe Giuliana
Che di malinconia si consumava.

In terra di Spagna a San Facondo
Un grande ciliegio si era inaridito,
la gente del paese lo affidò a Francesco
e, fiorito, a Primavera stupiva il mondo.



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