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Cara Costituzione ecco che cosa vorrei chiederti

Ilaria Zaffino Archivio Ansa
Pubblicato il 11-02-2021

 La serie "Incontri" è la nuova serie di podcast al via sul sito della Corte costituzionale 

La gentilezza e l' importanza dell' ascolto, il valore della memoria, la difesa dell' ambiente. Ma anche: il dilemma tra integrazione o tolleranza e il prezzo del debito di cui saranno i giovani a pagare il conto più elevato. Sono solo alcuni dei temi intorno a cui ruota la nuova serie di podcast della Corte costituzionale, in un inedito format a due voci, che da venerdì 12 febbraio coinvolge ventisette (per ora) rappresentanti del variegato mondo della cultura - scrittori, poeti, scienziati, registi, architetti - in dialogo con altrettanti giudici della Consulta.

La serie, che riprende rinnovandolo il progetto andato online con successo lo scorso giugno, durante la prima fase dell' emergenza Covid, per mantenere vivo il legame stretto negli ultimi anni dalla Corte con il mondo di "fuori" - scuole, carceri, semplici cittadini - non potendo più farlo fisicamente, si intitola Incontri. E rispetto all' edizione precedente, dove era solo un giudice a parlare ai cittadini approfondendo di volta in volta un tema a sua scelta, adesso l' attenzione è tutta puntata sull' aspetto del dialogo, dello scambio reciproco - in un ideale botta e risposta - con il mondo, meglio ancora i mondi, della cultura. Proprio quella cultura che è uno dei dodici principi fondamentali della nostra Costituzione, eppure oggi è in grande sofferenza.

Gli incontri (ne anticipiamo in queste pagine uno: quello tra lo scrittore Gianrico Carofiglio a cui risponde il giudice costituzionale Silvana Sciarra sul tema della gentilezza) della durata di venti minuti ciascuno saranno pubblicati ogni venerdì sul sito della Consulta, sulle principali piattaforme di podcasting e sul portale della Treccani. Mentre ogni domenica mattina potranno essere ascoltati su Radio Radicale. Si parte venerdì 12 col dialogo tra Paolo Mieli e il presidente della Corte Giancarlo Coraggio sul sistema proporzionale. Protagonista del secondo incontro, il 19 febbraio, è il vicepresidente Giuliano Amato che con Monica Guerritore ragiona a proposito di arte, scienza e informazione. Tocca poi, tra gli altri, a Natalia Aspesi, Vittorio Lingiardi e Simonetta Fiori per riflettere sul tema, attualissimo, del diritto all' amore. di farlo. Questa affermazione può adattarsi anche a chi decide collegialmente. Innanzitutto costui deve praticare l' ascolto degli altri giudici nel collegio. Poi deve ascoltare le voci delle parti fra le righe delle tante carte da leggere. E poi finalmente, quando se ne presentano le condizioni, deve ascoltare le voci della società civile.

Le parole intese come atti linguistici e dunque vere e proprie azioni comunicative, incidono sul discorso pubblico. E per essere percepite nella loro funzione normativa devono essere parole autorevoli. Mi tornano in mente vecchie letture di Habermas. Le ragioni che legittimano nella comunicazione le Corti costituzionali quando decidono sui diritti sono stabilite prima, mentre il legislatore deve di volta in volta affermare i diritti e le loro garanzie attraverso le politiche legislative. Il diritto moderno sempre secondo Habermas, pone al centro i diritti umani e lo stato di diritto. Concetti questi che non perdono di attualità e di incisività.

La Corte costituzionale nella sua collegialità si attiene a una pratica comunicativa condivisa da tutti i giudici e che si impone per coerenza, autorevolezza e indipendenza del giudizio. Dunque ascolto non è affatto accondiscendenza ma esercizio paziente e riflessivo. L' esempio più recente riguarda la sentenza sul fine vita rivolta a quanti soffrono a causa di patologie irreversibili. È un esempio importante quello dell' ascolto che la Corte era pronta a dare alla voce del Parlamento invitato a decidere entro un termine fissato dalla Corte stessa. L' ascolto non si è verificato perché dal Parlamento è venuto soltanto silenzio. Ecco allora il coraggio di una decisione di incostituzionalità parziale dell' articolo 580 del codice penale nella parte in cui non esclude la punibilità di chi agevola il doloroso passaggio verso la morte. Questioni morali ed etiche restano sullo sfondo. Ma la forza discorsiva delle norme va ricercata anche nella autodeterminazione e nell' autorealizzazione.

La Corte, nella stessa sentenza, dice che chi soffre è anche pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevole. Un altro aspetto dell' ascolto prestato dalla Corte costituzionale è quello nei confronti della Corte di giustizia dell' Unione europea visto che sempre più si va rafforzando un metodo comunicativo che valorizza il pluralismo costituzionale. Il rinvio pregiudiziale alla Corte di Lussemburgo, per questioni interpretative e di validità, pone la Corte costituzionale italiana fra le più attente all' ascolto ma anche fra le più attive nell' esemplificare i valori fondantidell' impianto costituzionale: ascolto recipro co, deferenza, collaborazione sono parole comuni di un linguaggio comune che è quello condiviso dagli Stati membri dell' Unione.

Spesso Carofiglio nel suo lavoro fa riferimento al rispetto dei diritti fondamentali come risposta democratica a forme di populismo antidemocratico. Ma cosa dice la Corte costituzionale sulla tutela delle minoranze linguistiche? Lo ritiene un principio che supera la concezione dello Stato nazionale chiuso dell' Ottocento. Un rovesciamento rispetto all' atteggiamento nazionalistico manifestato dal fascismo, che incontra il principio pluralistico riconosciuto dall' articolo 2 e il principio di eguaglianza riconosciuto dall' articolo 3 della Costituzione.

Quanto al tipo di tutele da riservare a scelte intime della persona, non omologate al modello culturale prevalente, la Corte dice che non ci deve essere divorzio automatico per la coppia in cui uno dei due componenti della coppia stessa abbia rettificato il proprio sesso esercitando il diritto all' identità di genere. L' articolo 2 della Costituzione garantisce i diritti inviolabili dell' uomo all' interno delle formazioni sociali fra le quali è da annoverare anche l' unione omosessuale ovvero la coppia non più eterosessuale ma in ragione del pregresso vissuto nel contesto del matrimonio. La Corte ha anche precisato che è degno di molta cura e attenzione il percorso di quanti pur avendo ottenuto la rettificazione di sesso all' anagrafe non si sono sottoposti al trattamento chirurgico perché quest' ultima operazione non è un prerequisito ma un mezzo funzionale al conseguimento di un pieno benessere psico fisico. Gianrico Carofiglio sarà d' accordo con me quando dico che c' è gentilezza nei messaggi della Corte là dove riconoscono il diritto all' autodeterminazione per scelte che attengono alla persona. E questa è sicuramente un' altra modalità per contrastare la violenza del linguaggio e dei gesti. (La Repubblica)

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