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Come nascono i Baci Perugina?

Antonio Tarallo Ansa - CLAUDIO PERI
Pubblicato il 14-02-2022

La storia dei famosi cioccolatini degli innamorati

“Il giorno può morire e poi risorgere, ma quando muore il nostro breve giorno, una notte infinita dormiremo. Tu dammi mille baci, e quindi cento, poi dammene altri mille, e quindi cento, quindi mille continui, e quindi cento. E quando poi saranno mille e mille, nasconderemo il loro vero numero”. Così cantava alla sua Lesbia, Catullo. Baci di fantasia, di passione, di amore e di tenerezza. Quelli di Catullo sono baci che ti mangiano le labbra e l’anima, baci che tolgono il respiro e assieme la vita. Sono baci che assapori, prima, dopo e durante: sono fisici e reali persino se sono scritti.

Un bacio – ma cos'è poi un bacio? “Un giuramento un po’ più da vicino, un più preciso patto, una confessione che cerca una conferma, un apostrofo roseo fra le parole t'amo, un segreto soffiato a fior di labbra, un ronzio che sa di ape”: Cyrano fa sognare! Chi di noi aprendo un bacio di cioccolato Perugina non ha trovato questa frase? Ma ci siamo mai chiesti come nascono i baci Perugina con i suoi famosi bigliettini d’amore? Il cioccolatino proibito degli innamorati, con i messaggi d’ amore. Il Bacio Perugina doveva chiamarsi “Cazzotto” perché in origine aveva una forma che ricordava le nocche di una mano chiusa, in un pugno.

Fu Luisa Spagnoli a inventare, nel 1922, quello che è diventato poi uno dei prodotti di punta dell’azienda assieme alle caramelle Rossana. La Spagnoli stava cercando un modo per recuperare gli scarti di lavorazione degli altri prodotti e creò questo cioccolatino con all’interno cioccolato gianduia, granella di nocciole e una nocciola intera, il tutto ricoperto di cioccolato fondente.

Ma come avrebbe potuto una elegante fanciulla chiedere un cioccolatino di nome “Cazzotto”? Fu l’intuizione di Giovanni Buitoni, giovane amministratore della Perugina, che cambiò il nome del dolcetto in un più romantico “Bacio”. Ma la vera svolta nella storia dei “Baci” arriva grazie a Federico Seneca, pittore, grafico, pubblicitario e direttore artistico della Perugina negli anni Venti. Seneca inventa la coppia di amanti su sfondo blu, ispirandosi al celebre Bacio di Hayez. L’immagine della silhouette dei due innamorati rimarrà il segno inconfondibile del famoso Bacio Perugina.

Ma dove nasce l’idea degli appassionati bigliettini? Secondo la leggenda i primi fogliettini all’interno dell’involucro argenteo (colore della luce lunare) furono inseriti a partire dagli anni ‘30 da Federico Seneca, ispiratosi ai piccoli messaggi che la stilista Luisa Spagnoli mandava (forse) segretamente a Giovanni Buitoni, nascosti in mezzo ai cioccolatini. Almeno questa è la leggenda, ma non si sa poi veramente come siano nati. Altra versione: l’idea fu importata dall’America in Italia sempre da Buitoni. Una curiosità che ci fa sorridere: all’inizio però non si trattava di frasi romantiche.

Sembra, infatti, che il primo messaggio stampato fosse: “Meglio un bacio oggi che una gallina domani” firmata Seneca, come il filosofo latino, in modo da generare confusione. E fu così che - a seguito delle lettere di protesta di molti consumatori - la frase fu ritirata. Era il via di una nuova epoca per i bigliettini d’amore del famoso cioccolatino. Incominciarono ad essere inseriti frasi sicuramente più “romantiche”. E, fra queste, non mancano - certo - anche quelle di alcuni santi, come Agostino d’Ippona: “Ama e fa ciò vuoi”! Oppure “Nulla è impossibile per chi crede, nulla è difficile per chi ama” di San Bernardo di Chiaravalle. In fondo, si sa, i santi riguardo l’Amore ne sapevano qualcosa…

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