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Il canto del legno e del mare

Andrea Cova
Pubblicato il 14-02-2024

Dalla liuteria del carcere di Opera gli strumeti che hanno suonato alla Scala

Lunedì 12 febbraio 2024. Teatro alla Scala di Milano. Suona l’Orchestra del Mare, un progetto promosso dalla Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti. Gli strumenti ad arco suonati nel corso della serata sono nati nella liuteria del carcere di Opera e realizzati con il legno recuperato dai barconi che hanno attraversato il Mediterraneo.
Nella serata si è esibita l’Accademia dell’Annunciata diretta da Riccardo Doni, con violoncellisti Mario Brunello e Giovanni Sollima e la violinista Gilles Apap. Sul palco anche la lettura di un testo inedito dello scrittore Paolo Rumiz. La scongrafia era l'opera I Dormeni di Mimmo Paladino.
Un perfetto connubio di arti per ricordarci quanto sia importante la vita e il recupero: tanto degli oggetti quanto delle persone.

 



A gennaio come rivista San Francesco patrono d'Italia abbiamo avuto la fortuna di conoscere Aldo Mosca Mondadori presidente della Casa dello spirito e delle arti. Ci ha parlato del progetto Metamorfosi.
Di seguito l'articolo apparso nel numero di gennaio 2024 della rivista San Francesco Patrono d'Italia:

Una parte del testo dell’articolo 27 della Costituzione italiana sancisce che “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”. È su quest’ultima parte che prende avvio il progetto Metamorfosi – un unicum – della Casa dello spirito e delle arti fondata e presieduta da Arnoldo Mosca Mondadori, sviluppato all’interno del laboratorio di liuteria e falegnameria del carcere di Opera. Si tratta di una vera e propria storia dell’arte quella che si compie da anni nel laboratorio, dove non solo vengono creati violini pregiati, ma si dà vita e significato al tempo della detenzione e si costruiscono le basi per un reinserimento sociale e professionale. Quindi, ogni cosa è fattibile, o quasi. La rigenerazione, il riscatto, la rinascita da un errore, il ritorno a uno stato di grazia, la redenzione, sono alla portata dell'uomo. Sono territori di bellezza e profondità, non solo difficili da esprimere a parole, ma che suscitano timore di appesantire con simboli e metafore, rischiando di snaturarli quando invece vanno vissuti come sorprese, poesia, preghiera. Perché alla fine, tutto è abbastanza semplice, come il suono del mare e la melodia di un violino. «Entrai per la prima volta nel carcere di Opera nel 2010 e già c’era una liuteria ma in dismissione», ci racconta Mosca Mondadori. «Proposi allora di tenerla aperta, perché in quel periodo ero presidente del conservatorio e avevamo accolto bambini e ragazzi rom che venivano sgomberati dalle loro baracche. Siccome avevano un grande talento musicale, avevano offerto loro lezioni gratuite e da quella liuteria si cominciarono a costruire violini che venivano regalati ai bambini che non potevano permettersi di acquistare lo strumento. Il progetto ha avuto il suo culmine con un concerto assieme a Franco Battiato nel 2012. Quello è stato l’inizio di questa “orchestra dei popoli”».

 



Si comincia chiedendo a Francesco Tuccio, il falegname che ha realizzato la Croce di Lampedusa, di fornire legni per creare presepi: «Nel 2021, nel momento più acuto del Covid, proposi di realizzare dei presepi con i legni dei barconi che approdano a Lampedusa: volevamo trasmettere un segno di vicinanza a tutti, che fossero credenti o meno». In quell’occasione viene costruito anche un violino. È l’atto di nascita del Violino del Mare: «All’inizio non pensavamo potesse suonare. Invece non solo poteva, ma dava vita a un suono che tocca l’anima», racconta Arnoldo Mosca Mondadori. «Andrea, uno dei detenuti assunti che lavorano nella liuteria, mi suggerì di chiedere al governo di far arrivare le barche al carcere di Opera invece di farle distruggere. Quello è stato il momento in cui ho pensato che da un violino si sarebbe potuta realizzare un’intera Orchestra del Mare. I liutai Enrico Allorto e Carlo Chiesa insieme a Vincenzo, Claudio, Nicolae e Andrea – i detenuti del laboratorio – hanno iniziato a lavorare all’orchestra per dare voce ad ogni persona che fugge dalla guerra e dalla miseria, e per mettere al centro l’articolo 27 della Costituzione italiana. Tutto questo fatto con la forza della musica».

 


La chiave di volta è dunque il recupero. Partendo da quello materiale per arrivare a quello delle persone. Metamorfosi – titolo del progetto – porta, infatti, al suo interno molteplici significati: «Si gira attorno alla metamorfosi del legno che ingloba la morte e la speranza, che poi dovrebbe diventare scarto ma si trasforma in uno strumento che produce musica. C’è la metamorfosi delle persone detenute che lavorando possono capire i loro sbagli, mettersi in discussione, ricostruire la propria identità per rialzarsi». come spiega Mosca Mondadori. «Infine c’è la metamorfosi di tutte le persone – si spera! – che ascoltando questa musica possano superare i pregiudizi. Questo ultimo aspetto lo vediamo concretamente nei ragazzi dei licei che vengono ad ascoltare i racconti di persone rifugiate – davanti ai barconi depositati all’esterno del carcere – poi visitano la liuteria e, dopo essere tornati a casa, ci scrivono messaggi che raccontano di come i pregiudizi che li hanno sempre accompagnati vengono cancellati».

Il Violino del Mare è arrivato anche a papa Francesco. Nicola Piovani ha scritto il primo brano per questo strumento che è Canto del legno, suonato poi alla presenza del Papa da Carlo Maria Parazzoli, primo violino dell’Orchestra Nazionale dell’Accademia di Santa Cecilia. Bergoglio, che ha ricevuto in dono anche un rosario realizzato con i legni recuperati dai barconi, ha incoraggiato questo progetto, dando un'ulteriore spinta alle già tante soddisfazioni raggiunte da questi detenuti-artigiani. Arnoldo Mosca Mondadori ci racconta poi di un incontro con due di loro, Claudio e Nicolae, in uscita permesso. Come spesso accade, seduti a tavola si affronta ogni tipo di discorso: «Mi hanno detto parole di una profondità tale da lasciarmi in silenzio. Ognuno di loro ha fatto un percorso emotivo, a contatto con ciò che li ha caricati di pensieri e riflessioni facendoli ragionare sul male commesso, sulla concentrazione che mettono nel lavoro, che ora hanno sviluppato una saggezza nata dal vivere il carcere in maniera “attiva”. Per cui sono io che quando vado da loro imparo qualcosa in più. Le soddisfazioni che hanno sono enormi, provano una gioia immensa nel vedere l'impatto che i loro strumenti hanno sul pubblico».


«Vi anticipo», ci dice Mosca Mondadori, «che il 12 febbraio saremo alla Scala di Milano, uno dei teatri più importanti al mondo, insieme allo scrittore Paolo Rumiz, con le scenografie - I dormienti - di Mimmo Paladino, che ci porranno come se fossimo in mezzo al mare con i migranti, sospesi tra cielo e terra. Rumiz introdurrà la serata con un suo testo inedito scritto per l’occasione. Poi ci sarà il concerto di Brunello e Sollima con l’Accademia dell’Annunciata.

Questa unione di arti, letteratura, scultura e musica è qualcosa di magico che ci riempie di stupore». L'arte, quindi, assume nel progetto molteplici ruoli: diventa l'ascolto e la "voce" del mondo "dietro le sbarre", mentre allo stesso tempo agisce come stimolo per rivedere le politiche carcerarie nazionali e per sviluppare un nuovo modello tangibile di formazione in carcere.

Il Violino del Mare, più che un oggetto, è una creatura che unisce e connette mondi, combinando e intrecciando orizzonti, creando armonia tra elementi che sembrano distanti. Esso racchiude il suono struggente delle onde e l'armonia delle note musicali, l'abilità artigianale e la perizia tecnica, così come la speranza e la paura del viaggio attraverso il mare. È un simbolo che porta con sé l'odore della salsedine e la storia raccontata dalla vernice screpolata, rappresentando sia la morte che la vita in un ciclo costante di rigenerazione che si nutre di ciò che è interno ed esterno ad esso.

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