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La memoria del bene

Redazione
Pubblicato il 26-01-2024

Ogni anno, in occasione del Giorno della Memoria, torniamo a riflettere su una delle pagine più buie della storia dell’uomo. Quest’anno in particolare lo facciamo in un momento in cui il significato di questa giornata sembra tornare più attuale che mai, ricordandoci di chi, nel momento di maggiore necessità e urgenza, ha deciso di non voltare le spalle a fratelli e sorelle bisognosi.
La memoria del bene, ad Assisi, è molto forte, ed è legata a figure che ci ricordano ogni giorno che il messaggio di san Francesco era ed è, prima di tutto, uno stile di vita. Una di queste figure è quella di padre Michele Todde, frate minore conventuale sardo nativo di Tonara, piccolo paese in provincia di Nuoro. Negli anni ’30 giunge al Sacro Convento di Assisi, dove viene nominato santuarista della Basilica di San Francesco. Proprio grazie alla preziosa nomina, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, in seguito al quale le deportazioni di individui di fede ebraica nei campi di concentramento nazisti si fecero sempre più frequenti, iniziò la sua opera di salvezza. Padre Todde partecipò attivamente all’organizzazione clandestina di soccorso agli ebrei, gestita dal vescovo di Assisi Giuseppe Placido Nicolini, il suo segretario don Aldo Brunacci e il guardiano del convento di S. Damiano Rufino Nicacci. Padre Todde ebbe il delicato onere di accogliere gli ebrei che raggiungevano Assisi in cerca di aiuto, accogliendoli in una stanza del campanile del Sacro Convento e nascondendoli nell’intercapedine delle due basiliche, durante i rastrellamenti tedeschi.
Padre Todde ricevette l’importante riconoscimento della “medaglia d’oro” da parte della comunità ebraica di Trieste, per aver salvaguardato con “con cristiana bontà e sfidando ogni rischio” la vita di più di 300 ebrei durante la Shoah. Il francescano nativo di Tonara si è spento il 29 settembre 1972 al Sacro Convento di Assisi, dove aveva vissuto per la maggior parte della propria vita.


Il comune di Tonara ha deciso di ricordarlo nel neonato “Giardino dei Giusti”, dove è il primo “giusto” ad essere onorato. Ad Assisi, la sua memoria rimane viva nel Museo della Memoria, ideato e diretto da Marina Rosati e realizzato dalla fondazione diocesana Opera Casa Papa Giovanni. «Non possiamo dimenticare la Shoah - ha detto -, e dobbiamo ricordare il valore dei Giusti e di coloro che hanno salvato. Solo l’esempio di chi ha fatto, di chi si è messo in gioco, di chi non è stato indifferente può essere d’aiuto ai nostri giovani per renderli consapevoli, sicuri e determinati a rigettare le vie del male, dell’intolleranza, della discriminazione che si affacciano sulle loro vite».

Il 26 gennaio la Pontificia Facoltà Teologica di Sardegna ha ricordato la sua figura con un convegno dal titolo "Cittadinanza e Memoria" di cui avevamo parlato qui https://www.sanfrancescopatronoditalia.it/notizie/fede/cittadinanza-e-memoria-53431

Di seguito la registrazione completa dell'incontro:

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