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La santità tra gli sposi

Antonio Tarallo Pixabay
Pubblicato il 14-02-2022

Tante le testimonianze nel Matrimonio

Anna e Gioacchino, l'ouverture della santità nel matrimonio. Sono le coppie sante: un uomo e una donna si incontrano, e in mezzo a loro, vive, forte il Signore. Sono tante le testimonianze di questo Amore che ha reso sante molte coppie. I loro nomi, sono stati legati per sempre da una fede nuziale. Quella stessa fede che brilla di luce divina in uno dei testi della letteratura del Novecento che meglio ha interpretato cosa vuol dire essere sposati in Cristo: “Il peso di queste fedi d'oro - così disse l’orefice - non è il peso del metallo. Questo è il peso specifico dell'essere umano, di ognuno di voi e di voi due insieme”. E’ “La Bottega dell’Orefice” dell’allora vescovo di Cracovia, Karol Wojtyla.

In quell’oggetto, la fede, convergono due vite che nella Fede nascono, vivono e crescono. La sequela di coppie sante è davvero sconfinata, così come sconfinato è l’Amore. A parte le coppie sante presenti nella Scrittura, un po’ troppe lontane nel tempo per poterle comprendere - forse - appieno. O meglio, per poter entrare nel loro rapporto, ci vengono, allora, in mente le coppie del XX secolo. Il “viaggio” potrebbe partire con i coniugi Zelia e Luigi Martin (siamo nella metà-fine Ottocento) che -quasi simbolicamente - aprono le porte a quella santità del XIX secolo che passerà, molte volte, per il Matrimonio. Sono i genitori di una colonna della Chiesa, Santa Teresa di Lisieux.

Ma la panoramica si amplia: dai coniugi Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi, proclamati beati già nel 2001, ai coniugi romani Ulisse e Lelia Amendolagine, ai catanesi Anna Maria e Marcello Inguscio. Dai baresi Francesco e Teresa Savilli, i primi coniugi ad entrare nell’istituto “Sacra Famiglia” della grande Famiglia Paolina fondata dal Beato Giacomo Alberione.

Ma altre coppie sante ampliano l’elenco, come ad esempio, i modenesi Domenica e Sergio Bernardini, dalla storia affascinante: Sergio, rimasto vedovo dopo aver perso nel giro di quattro anni la moglie e i figli piccoli, si unì in seconde nozze con Domenica. Assieme formarono una famiglia molto dedita a Dio tanto che dei loro dieci figli, otto presero la strada della vita religiosa.

Ma la “lista” non è finita: ci sono anche i coniugi Licia e Settimio Manelli. Lui di origini abruzzesi, lei bergamasca, vissero a lungo a Roma ed ebbero ben ventuno figli. E poi ci sono Rosetta e Giovanni Gheddo. Fra i “coniugi santi” più vicini a noi ci sono Maria Rosaria e Francesco Bono, di origini calabresi. Lui era nato nel 1948, lei 1955. Si sposarono nel 1978 ad Assisi e, davanti alla tomba di San Francesco, chiesero la grazia di diventare santi insieme.

Biografie e nomi che rappresentano il cammino del Matrimonio come via verso la santità. Una santità quasi sempre quotidiana, fatta di piccoli gesti, di preghiere e di tanta carità verso i bisognosi, i più deboli. Hanno vissuto il Vangelo, fino in fondo, facendolo divenire il loro diario di tutti i giorni. Le loro fedi si sono incrociate in una Fede più grande, immensa, come il loro stesso amore coniugale.

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