societa

La Via Francigena in staffetta

Riccardo Bruno
Pubblicato il 17-02-2021

Canterbury-Santa Maria di Leuca a tappe per i venti anni dal rilancio del cammino

Vent' anni fa i pellegrini sulla Via Francigena, l' itinerario che nel 990 dopo Cristo seguì Sigerico, appena nominato arcivescovo, per tornare da Roma a Canterbury, erano sparuti temerari che destavano curiosità. Oggi è il più importante cammino italiano, un asse che unisce quattro nazioni europee, una realtà che porta sui sentieri 50 mila persone all' anno, secondo le stime dell' Aevf, l' Associazione europee delle vie Francigene.

L' organismo che mette assieme enti locali e associazioni fu fondato a Fidenza il 7 aprile 2001, e per festeggiare questi vent' anni che hanno cambiato il modo di pensare il turismo lento e spirituale, ha deciso di organizzare la staffetta «Road to Rome 2021» che partirà il 15 giugno dalla cattedrale di Canterbury, arriverà a Roma il 10 settembre e si concluderà il 18 ottobre a Santa Maria di Leuca, secondo l' antico prolungamento che i viandanti facevano per imbarcarsi verso la Terra Santa. «Vent' anni fa aderirono 34 realtà locali, adesso siamo in 190 - dice Massimo Tedeschi, presidente dell' Aefv -. E soprattutto adesso è una via conosciuta e percorsa da tantissime persone, con un impatto economico sul territorio straordinario, ma anche culturale. Arrivano da tutto il mondo, c' è uno scambio con la gente del posto che si traduce in apertura mentale. Non è soltanto trekking ma qualcosa di più, c' è il senso della meta, si entra in una dimensione non solo religiosa ma che tocca lo spirito».

Oltre 3.200 chilometri, due terzi nel nostro Paese dal Gran San Bernardo fino al Salento, 148 tappe, 630 comuni attraversati in 16 regioni di Inghilterra, Francia, Svizzera e Italia. A giugno i volontari partiranno a piedi o in bicicletta, percorreranno ogni giorno una tratta dai 20 ai 30 chilometri per lasciare il «bordone», il bastone del pellegrino, a chi proseguirà il viaggio, come una torcia olimpica. Ogni tappa d' arrivo sarà vicina a una stazione (il 2021 è anche l' anno del treno nell' Ue), per consentire a tutti di partecipare agli eventi che si terranno la sera. «Stiamo pensando di realizzare un documentario, siamo stati contattati anche da testimonial, blogger e influencer - spiega Luca Bruschi, direttore dell' Aevf -. Come in passato, sarà una promozione su base volontaria e dal basso».

La Via Francigena è stata proclamata «itinerario culturale» dal Consiglio d' Europa già nel 1994, ed è in corso l' iter per il riconoscimento come patrimonio mondiale dell' Unesco. Tra i tanti meriti, ha anche quello di aver stimolato la riscoperta di altri cammini che spesso si congiungono con quello principale. «C' è ancora molto da fare - aggiunge Tedeschi -. Soprattutto sotto due aspetti: le autorità nazionali dovrebbero investire di più in un settore strategico. E anche la Chiesa dovrebbe dare maggiore attenzione a un tracciato dal forte valore simbolico».

Concorda monsignor Liberio Andreatta, esperto di turismo religioso e per anni alla guida dell' Opera romana pellegrini. «Anche Santiago de Compostela iniziò con numeri ridotti e sappiamo cosa è diventato. Dobbiamo guardare avanti, la Via Francigena non ha niente da invidiare alla Spagna, per le ricchezze naturali, i panorami, i monasteri e le abbazie che si incontrano lungo il percorso». La costante crescita negli ultimi anni dei cammini rivela una tendenza (non scalfita, anzi esaltata dalla pandemia) che va oltre la dimensione religiosa. «La gente cerca l' emozione - aggiunge monsignor Andreatta - vuole ritrovare se stessa in mezzo alla natura, davanti a un tramonto o al sole che sorge. Il cammino è fatica, sudore, riflessione ma anche incontro. Il pellegrinaggio è una metafora della vita». (Corriere della Sera)

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