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Ratzinger: Francesco d'Assisi, il profeta ribelle

Redazione Ansa - SERENA CREMASCHI INSIDEFOTO
Pubblicato il 25-02-2022

Opera omnia del Papa emerito

Da che cosa si può riconoscere un carismatico autentico? A questa domanda non si deve rispondere in astratto. Essa è stata storicamente vissuta e sofferta e dunque può essere adeguatamente chiarita al meglio dai grandi rappresentanti dei compiti carismatici nella storia della Chiesa: Ildegarda di Bingen, Caterina da Siena, Francesco d'Assisi, Teresa d'Avila, Ignazio di Loyola, e su un altro piano, Giovanna d'Arco e tanti altri.

La figura carismatica più significativa nella storia della Chiesa è stata senza dubbio Francesco d'Assisi, nel cui destino, forse, possono anche emergere al meglio in modo esemplare tentazioni e grandezza del carismatico nella Chiesa. Francesco d'Assisi non fu propriamente il fondatore di un Ordine, quantomeno non lo volle essere. Sapeva che il compito che lo attendeva era molto più radicale: egli voleva raccogliere un novus populus che seguisse il Discorso della montagna sine glossa , trovando in esso la sua unica e immediata "regola".

Questo per Francesco significava esattamente l'opposto della "fondazione di un Ordine": egli si è sempre opposto appassionatamente a inserire il suo nuovo popolo nel già noto schema giuridico-ecclesiastico di un "Ordine", facendone una variante del monachesimo esistente, con una particolare spiritualità, con compiti e devozioni particolari, con sue proprietà. Le fonti testimoniano con estrema chiarezza con quanta passione egli rigettò quest' idea, quanto poco accettò di inquadrare il suo compito nel previsto schematismo giuridico di un "Ordine".

Quel che egli inaugurò doveva invece essere assai più un'antitesi al monachesimo esistente, dove la povertà individuale aveva condotto a una ricchezza collettiva sempre maggiore, cosicché i monasteri non rappresentavano più, come un tempo, la fuga saeculi , la fuga dal sistema mondano esistente, ma ne erano al contrario i rappresentanti privilegiati. Cluny, l'abbazia della riforma dal X al XII secolo, era via via diventata una delle più ricche signorie fondiarie, manifestazione privilegiata del sistema feudale; farsi monaco non significava più fuggire dal mondo, fuggire dal suo sistema di dominio e mettersi dalla parte dei senza tetto, dei poveri, dei dimenticati; significava, invece, venire a trovarsi nello strato più alto dei dominatori... (Repubblica 25.02.2022)



Un inedito datato 1969 del Papa emerito Benedetto XVI, tratto dal volume VIII/1 della sua Opera omnia Chiesa: segno tra i popoli. Scritti di ecclesiologia e di ecumenismo (Libreria Editrice Vaticana, pagg. 950, euro 90). Il volume si presenta il primo marzo al Collegio Teutonico in Vaticano (ore 18): il cardinale Josef Cordes e Giulio Tremonti dialogheranno su La Chiesa dell’amore   anche la Chiesa della verit . L’eredità  di Benedetto XVI nelle due encicliche sulla Caritas.

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